Nelle scorse ore è accaduto qualcosa che rischia di passare inosservato, ma che è invece molto importante
Alla faccia della settimana corta di Wall Street! Chi pensava che il Giorno del Ringraziamento avrebbe tramutato i mercati in un sonnolento deserto di volumi, è rimasto decisamente spiazzato. Ovvio e intendiamoci: nulla che finirà sui giornali. E non a causa dello sciopero. Bensì perché tutto è avvenuto in quei meandri notturni e un po’ massonici del mercato che, salvo cataclismi, solitamente non ottengono grande copertura mediatica. Forse perché interessano le banche. O, meglio, alcune attività di trading che è meglio rimangano oscure a Mr. Smith. O a Signor Rossi.
Tout se tient. E il mercato non consente e non conosce coincidenze. Solamente comodi alibi. E rasoi di Occam in perenne affilamento presso testate che solo per convenzione evitano di definirsi per ciò che sono. Uffici stampa del Sistema. E quale prova abbiamo avuto di tutto questo, nel corso dell’ultima notte! La notte del sonno europeo e delle feste in dirittura finale negli Usa, la notte che fa da apripista al weekend lungo del Ringraziamento appunto.
Ma la manipolazione non dorme mai. Al massimo, muta. E si palesa sotto una forma nuova e con abiti da Re nudo. Ricordate il granello di sabbia, lo stesso che Bertolt Brecht riteneva in grado di bloccare anche la macchina da guerra più terribile, letale e sofisticata? Ebbene, eccolo a voi.
Di cosa si tratta? L’argento. E quella che chiunque fosse stato di fronte a un monitor aveva battezzato automaticamente come la fase preparatoria a un breakout sui massimi storici assoluti. E un breakout che in gergo viene definito no top. Ovvero, capace di esplodere oltre possibile target grafico. Un breakout, insomma, capace di rovinare il weekend lungo a parecchi. Da margin call. Un breakout, soprattutto, decisamente foriero di brutte notizie per chi pensava che il best kept secret della soppressione artificiale dei prezzi dell’argento via carta derivata e stampata con il ciclostile – in continuo e iconoclasta oltraggio a produzione globale e riserve fisiche – sarebbe rimasto tale.
Il ragionamento appare chiaro. E il contesto in cui si è sviluppato, ancora di più. Quantomeno a chi ha seguito le vicende dell’argento degli ultimi due mesi, ampiamente raccontate su queste pagine. Insomma, la conventio generale che ha portato alla pax argentea si basa su questo assunto: noi bullion banks abbiamo accettato che la linea Maginot da 40 dollari l’oncia salisse prima a 45 e poi a 50 dollari. Perché ora c’è Shanghai a menare le danze notturne sul fisico contro il cartaceo, lo spot contro i futures, la realtà contro l’arbitraggio. E allora occorre scendere a patti.
Ma Dio non voglia, se l’argento entrasse in area 60 dollari l’oncia, il patto salta. E in guerra e in amore, tutto è lecito. Perché c’è un intero casinò di short pronti a esplodere che darà vita alla più classica delle spirali autoalimentanti. E appunto, margin calls. E chi lo spiega poi a Mr. Smith che tutto si basa su un casinò di futures?
Ed ecco allora che, stante appunto una strategia di assalto cartaceo da parte di Mr. Slammy che pareva totalmente assente causa weekend lungo di Zio Sam, qualcuno apparentemente ha pensato che fosse il caso di intervenire. In questo modo.
Bloccare quella corsa a misero e accettabile +2%, comunque capace di flirtare con il massimo storico. Ma non mettere il mento oltre la linea del traguardo dei 55 dollari l’oncia. Peccato che si sia dovuti ricorrere alle maniere a dir poco estreme: bloccando di fatto tutto il trading Globex del CME Group per ottenere quel risultato. Due to technical issues, ovviamente. Un maledetto data center in Illinois ha riscontrato un problema di raffreddamento. E per due ore, stop a tutte le negoziazioni.
Tu guarda le coincidenze, a volte? Ma ironia a parte, quanto avvenuto – al netto di chi voglia davvero credere all’inconveniente tecnico – equivale a una volontaria gomitata in faccia a una madre con in braccio il bambino sul ponte dei Titanic, pur di accaparrarsi una scialuppa. Ma chi ha mosso quei volumi sull’argento, approfittando della festività altrui? E perché, per inviare quale segnale, nel pieno di un reset globale senza precedenti? Ring any bells, stante riserve di argento fisico a Shanghai crollate a minimi decennali?
Mr. Silver ha parlato. Mentre Mr. Slammy ha dovuto staccare direttamente la spina, come si faceva un tempo con i primi pc che andavano in palla. Piaccia o meno e al netto delle conseguenze concrete, immediate e reali, l’altra notte qualcosa si è rotto nel Sistema. Il granello di sabbia di brechtiana memoria. E pare aver telegrafato che la nudità del Re può essere svillaneggiata pubblicamente in ogni momento. Oltre – forse – ad aver implicitamente risposto al fatto che, stranamente, qualcuno Oltreoceano sembrava essersi illuminato nelle ultime ore rispetto al progetto di Riserva strategica crypto.
Con il DOGE di Elon Musk chiuso alla chetichella e, soprattutto, prima della tanto strombazzata audit dell’oro a Fort Knox. Con Tether declassata per ogni peccato del mondo. ma, in realtà, rea solo di detenere oro fisico come una Banca centrale.
E con Bitcoin che negli ultimi dieci giorni pare aver vissuto dieci vite in una. Qualcosa si è rotto.
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