Washington prospetta la possibilità di confronto con i russi per un accordo sull’Ucraina e l’Europa si riunisce per cercare una soluzione in vista di una forza di interposizione che faccia rispettare un eventuale cessate il fuoco nel conflitto ucraino. Mercoledì dovrebbe esserci un vertice per questo. Se gli USA fanno un passo indietro, d’altra parte, spiega Giuseppe Morabito, generale dell’Esercito, fondatore dell’IGSDA e membro del Collegio dei direttori della NATO Defense College Foundation, i leader UE non potranno certo sostenere da soli Kiev; per questo conviene prendere in considerazione una trattativa con i russi e, in questo ambito, iniziare a ipotizzare la composizione di una forza di pace.
Intanto si muove anche la Cina Popolare, preoccupata che un’intesa Putin-Trump sulla guerra finisca per allontanare Mosca, lasciando Pechino sola contro il gigante americano. Xi Jinping vuole che la guerra finisca perché ha bisogno di aumentare il suo export in Europa e non solo, ma deve anche tenersi stretti i russi come alleati contro Washington.
Secondo Politico, mercoledì a Bruxelles i leader UE si incontreranno con Zelensky e Rutte per parlare di una forza di interposizione di pace in Ucraina. Qual è la linea dell’Europa, quella del sostegno comunque all’Ucraina per non far prevalere la Russia o la disponibilità a trattare?
Probabilmente la nuova governance americana ha fatto capire che la sua intenzione è quella di trovare un accordo di pace e fermare la guerra. In questa prospettiva, l’Europa si porta avanti con il lavoro decidendo le linee di azione da attuare in quella occasione. È stata prospettata una possibilità e, in vista di questa, si vuole concordare una posizione comune con la NATO: l’Alleanza Atlantica, esclusi gli americani, ormai coincide quasi con la UE; sono europei la maggior parte dei Paesi che ne fanno parte.
Questo vuol dire che gli americani decidono e noi europei eseguiamo?
C’è la possibilità di andare verso un accordo e quindi si studiano tutte le possibilità. Non verrà presa nessuna decisione, ma verranno definite le linee di azione nel caso in cui si vada in questa direzione. Bisognerà anche vedere quale sarà la posizione della Russia, che sicuramente non ha intenzione di cedere i territori conquistati. Occorre studiare tutte le ipotesi; poi, durante i colloqui, se ci saranno, le cose potranno cambiare.
Può esserci una decisione della UE che non sia secondo i piani americani?
Non è escluso niente, anche se è molto difficile che ci sia: all’interno dell’Unione Europea, d’altra parte, ci sono diverse posizioni, bisogna vedere se si riuscirà a trovare un punto di equilibrio. Se mancasse il sostegno americano, comunque, l’Ucraina non potrebbe andare avanti solo grazie all’Europa e quindi bisognerà trovare un accordo. Non si può, tuttavia, arrivare al confronto con la Russia senza confermare il sostegno degli USA e della UE. In questo caso Mosca si siederebbe al tavolo delle trattative con un vantaggio enorme.
Trump e Macron parlano di una forza di interposizione in Ucraina con soldati europei; i russi, tuttavia, non vogliono soldati NATO sul suolo ucraino. Si fanno i conti senza l’oste?
Tutto questo sarà oggetto delle discussioni quando inizieranno. Prima occorre arrivare a un cessate il fuoco. Durante il confronto per trovare un accordo entrambe le parti dovranno cedere qualcosa. Di fronte a una forza di interposizione europea Mosca farà una controproposta. Potrebbe esserci, magari, una forza delle Nazioni Unite alla quale partecipino anche nazioni NATO.
In un’intervista a Fanpage.it, Alexey Maslov, consigliere del Cremlino per gli affari cinesi, dice che Xi Jinping teme che la Russia, trattando con gli USA e trovando un’intesa con loro, finisca per avvicinarsi agli americani e che quindi la Cina Popolare rimanga sola ad affrontare gli Stati Uniti. Se Trump e Putin dovessero intendersi, Pechino si troverebbe più isolata?
La Cina Popolare ha bisogno della Russia come la Russia ha bisogno della Cina Popolare. Se gli equilibri cambieranno, eventualmente sarà dopo il conflitto in Ucraina. Per ora non vedo possibile un allontanamento tra Mosca e Pechino anche in vista dell’alleanza che hanno stretto con l’accordo BRICS. D’altra parte, un’intesa del blocco occidentale con la Russia per la pacificazione e la stabilizzazione del Medio Oriente e dell’Ucraina potrebbe portare l’America a concentrarsi sull’Indo-Pacifico, a scapito della Cina.
La Cina, tuttavia, non ha interesse che la guerra in Ucraina continui; anzi, anche dopo il recente incontro tra Medvedev e Xi Jinping, ha ribadito che vuole essere parte attiva nella mediazione tra Mosca e Kiev. Qual è la strategia del Dragone?
La Cina Popolare non ha interesse che si continui a combattere in Ucraina, ma contemporaneamente è preoccupata che gli americani prima o poi si concentrino più sul Pacifico che non su Europa e Medio Oriente. Per i cinesi, un’Europa pacificata e un Medio Oriente non in conflitto significano un’economia che funziona. E in questo momento Pechino ha bisogno dell’export per risollevarsi. La fine della guerra potrebbe voler dire anche avere un mercato migliore in Russia, la capacità di sfruttare al meglio le sue potenzialità in termini di gas e idrocarburi.
Xi Jinping, proprio per evitare un sostegno meno convinto della Russia alla Cina, vorrebbe essere lui il mediatore per un’eventuale pace in Ucraina. Un’intenzione che non avrà seguito?
I russi la pace in Ucraina la dovranno mediare per forza con gli americani, in questo momento gli unici che hanno la capacità di convincere l’Ucraina a scendere a patti. Zelensky tiene in massima considerazione le indicazioni di Washington. I russi potrebbero anche proporre i cinesi come mediatori, ma non so se una proposta del genere possa avere seguito. La Cina dovrà comunque tenersi stretta la Russia, anche in funzione dei BRICS: non può proporre un diverso ordine mondiale senza questa alleanza.
(Paolo Rossetti)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.