Stefano Tacconi, dopo aver superato l'aneurisma, ha in mente un solo progetto: aprire un ristorante low cost. Ce la farà? Ecco la sua idea

Stefano Tacconi se l’è vista brutta, rischiando seriamente di morire. Era il 23 aprile del 2022 quando il portierone della Juventus e della nazionale italiana venne colpito da un aneurisma: assieme a lui vi era il figlio, che di fatto l’ha salvato chiamando prontamente i soccorsi, e poi il ricovero d’urgenza in ospedale. Sono stati giorni di apprensione quelli successivi sia per la famiglia quanto per i numerosi fan di Stefano Tacconi, ma alla fine l’ex portiere si è dimostrato nella vita il leone che era in campo, riuscendo a riemergere senza gravi conseguenza, e tornando a fare una vita quasi normale.

Oggi, a circa due anni e mezzo da quella data si è raccontato ai microfoni di Fanpage, spiegando di non poter più vivere al massimo come faceva prima, ma senza comunque doversi privare di molte cose. La cosa che conta è che oggi Stefano Tacconi sta meglio, anche se non nasconde di essersela vista brutta. Ha quindi voluto ringraziare i medici che gli sono stati accanto in questi anni difficile e che l’hanno di fatto salvato da morte certa: “Se di loro non sarei così adesso”, racconta. S

STEFANO TACCONI E L’AFFETTO DEL MONDO DEL CALCIO


Stefano Tacconi si è recato a San Giovanni Rotondo nel 2023, la cittadina del noto santo Padre Pio, e per l’ex portiere di Juventus e Napoli si è trattato di una “tappa fondamentale” non solo per lui ma anche per l’intera famiglia, sottolineando come lo stesso sia tornato a fare cose che aveva dimenticato, mentre la famiglia ha sentito il calore della comunità che ha voluto manifestare il suo affetto. Il senso di quella vista è che non c’è solo la medicina, ma “ci si può rifugiare anche nella fede”.

Durante la sua convalescenza, a cominciare dal durissimo periodo in cui è stato ricoverato in ospedale, Stefano Tacconi ha sentito la vicinanza del mondo del calcio, e fra coloro che più gli hanno dimostrato il suo affetto anche un’altra persona che stava lottando per rimanere aggrappato alla vita e che purtroppo non ce l’ha fatta come il grande Gianluca Vialli. La star di Juventus e Sampdoria moriva il 5 gennaio dell’anno scorso, e aveva mandato un filmato di auguri a Tacconi, un video che lo stesso custodisce “gelosamente”, ricordando come l’ex attaccante sia stato generoso e proprio per questo è grande la sua mancanza.



STEFANO TACCONI E LA MORTE DI SCHILLACI


E di recente un altro grande protagonista del calcio italiano se ne è andato, Totò Schillaci, eroe assoluto di Italia ’90, una perdita che Tacconi definisce “una brutta botta per tutti”, ricordando che i due hanno giocato assieme nella Juventus.

Quando infatti il bomber siciliano sbarcò a Torino, l’ex portiere era il capitano “Era un po’ come il mio figlioccio” aggiunge, ricordando anche il feeling che si era venuto a creare fra i due, e in seguito una forte amicizia che è proseguita fino ai giorni nostri. Infine le parole sul suo futuro, con Stefano Tacconi che racconta il suo sogno nel cassetto: “Un ristorante dove si può bere vino e mangiare a soli 15 euro”, un progetto che ha in testa da quando si è risvegliato dopo il trauma.

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