Strasburgo, panetteria Dreher nel mirino dei pro-Palestina: polemica sull’antisemitismo, ma la prefettura smentisce l’attacco al locale
Sabato scorso, a Strasburgo, davanti alla storica panetteria Dreher – situata a due passi dalla maestosa cattedrale gotica – un gruppo di attivisti pro-palestinesi ha intonato cori di “Palestina vivrà” durante una protesta autorizzata.
Ma un video – diventato virale grazie alla condivisione del Ministro per la Parità Aurore Bergé – ha trasformato la scena nell’emblema della deriva antisemita in Francia: “Hanno preso di mira un forno perché israeliano“, ha twittato il Ministro, scatenando indignazione nazionale.
La prefettura, però, smentisce categoricamente: “Nessun attacco al locale, solo un alterco tra un passante e i manifestanti”. Intanto, i clienti della Dreher – panificio che vende baguette dal 1923 – scrollano le spalle: “Qui non c’è nulla di ebraico, solo croissant e dolci alsaziani”, racconta un commesso, mentre impasta tradizioni culinarie che resistono da secoli in questa terra di confine.
Strasburgo, città che ha vissuto sulla pelle l’odio durante l’occupazione nazista, oggi si ritrova ancora una volta al centro di un gioco di specchi tra paure reali e narrazioni tossiche.
Strasburgo e il nodo pro-Palestina: quando l’ideologia attacca i simboli
“Non rispondete alle provocazioni, sono criminali!” urla al megafono Leila Sihabi, leader del collettivo Strasbourg Palestine, in un video che mostra una donna colpire un uomo davanti alla panetteria: il gesto, durato pochi secondi, è diventato il nervo scoperto di una battaglia politica.
Da un lato, l’estrema destra e parte del governo che gridano all’antisemitismo strisciante: “Siamo tornati agli anni ’30”, è il grido dall’allarme dell’ex deputato Julien Dray – dall’altro – attivisti che denunciano presunte strumentalizzazioni. “Quell’uomo ha insultato i manifestanti, mostrando il dito medio. La reazione è stata sbagliata, ma isolata”, spiega Sihabi.
In tutto ciò, la prefettura conferma la sua versione: nessun danno al locale, nessuna denuncia, eppure, Strasburgo – città che nel 2018 ha visto l’attentato jihadista al mercatino di Natale – trema ancora.
“Qui ogni pietra racconta una storia di convivenza e conflitto” una dichiarazione che riassume chiaramente la sensazione di timore e incertezza generalizzata a Strasburgo, mentre il ministro Bergé ritratta parzialmente: “Mi spiace aver suggerito un attacco al negozio”, ma insiste comunque sul “clima antisemita”.
Tra accuse e ritrattazioni, la panetteria Dreher di Strasburgo continua a servire i suoi kougelhopf, dolce simbolo di un’Alsazia che rifiuta di essere ridotta a campo di battaglia ideologico.
