Stupro Palermo, 19enne vittima di una nuova aggressione: "minacciata e sequestrata da un ragazzo e sua madre per un'altra denuncia". Ma le versioni sono discordanti: indagini in corso
È stata trasferita in una località segreta Asia Vitale, la ragazza di Palermo che nel luglio scorso fu stuprata da 7 coetanei nel cantiere abbandonato del Foro Italico. I carabinieri sono riusciti a convincere la 19enne a lasciare il capoluogo siciliano dopo l’aggressione di lunedì, quando è stata sequestrata e minacciata a Ballarò da un ragazzo e dalla di lui madre. Come precisato dal legale di Asia, questa vicenda “non riguarda assolutamente il processo relativo allo stupro dello scorso 7 luglio, la cui udienza è fissata per il 19 aprile“.
L’avvocato Carla Garofalo ne ha parlato a LaPresse, chiarendo che questo nuovo episodio di violenza “non c’entra nulla con i responsabili dello stupro, anche perché si trovano tutti in carcere e da loro non abbiamo subito, in questa circostanza, nessuna intimidazione. Né da loro e nemmeno dalle loro famiglie“. Pur riscontrando che “si stanno difendendo in maniera talvolta aggressiva“, il legale riconosce che si tratta di “dinamiche processuali che non hanno nulla a che vedere con l’episodio della scorsa notte“. Al Corriere ha poi aggiunto riguardo la sua assistita: “Mi ha raccontato di essere stata aggredita e minacciata con un coltello, anzi con un machete come lo ha definito lei: era molto spaventata“.
NUOVA AGGRESSIONE? VERSIONI DIVERSE, APERTA INDAGINE
Lunedì Asia Vitale ero con il fidanzato a Ballarò, quartiere di Palermo, quando un minorenne indagato da mesi perché avrebbe provato a violentarla mesi fa, l’avrebbe vista da lontano e insultata dall’auto. Stando al racconto della 19enne, riportato dal Corriere della Sera, il ragazzo sarebbe tornato indietro con la madre, l’avrebbe poi avvicinata minacciandola e imponendole di ritirare la denuncia, costringendola poi a seguirlo. “Mi gridavano: ti ammazziamo, mentre mi picchiavano e mi portavano con la forza a casa loro“, ha poi raccontato la ragazza.
Il fidanzato avrebbe assistito immobile a questa scena perché avrebbero puntato un coltello, poi è corso in caserma, dove poco dopo si sono presentati il minorenne, la madre e la ragazza. Le due parti hanno fornito versioni diverse, che non hanno consentito agli inquirenti di ricostruire la vicenda, su cui indagano procura e procura dei minorenni alla luce del coinvolgimento del ragazzo che non ha ancora compiuto 18 anni. Il reato ipotizzato è quello di violenza privata. Nel frattempo, i carabinieri continuano a esaminare le telecamere della zona dove sarebbe avvenuta l’aggressione per verificare le versioni fornite dai soggetti coinvolti.
IL RITORNO IN UNA COMUNITA’ PROTETTA
In accordo con la zia che la ospita a Palermo e gli inquirenti, si è deciso di riportare Asia Vitale in una comunità protetta, proprio per evitare episodi come quello di lunedì. “A Palermo è in una situazione di pericolo“, ha spiegato la legale della ragazza. Del resto, già la scorsa estate la 19enne era stata persuasa a lasciare il capoluogo siciliano. La permanenza nella comunità è durata poco perché, come riportato dalla ragazza stessa sui social, non era semplice per lei tagliare i ponti con il passato. Tornata a Palermo, Asia ha testimoniato all’incidente probatorio contro i suoi aggressori di luglio, confermando quanto dichiarato in denuncia.
I 7 l’avrebbero fatta bere, poi l’avrebbero portata in un luogo isolato, stuprata a turno e ripresa col cellulare. Arrestati settimane dopo la violenza, sono ancora detenuti. Il 19 aprile si terrà l’udienza preliminare: tutti hanno già chiesto il rito abbreviato, quindi il gup dovrà decidere se accogliere tale richiesta. Invece, il 6 marzo c’è stata la prima condanna per lo stupro di gruppo. Il minorenne del gruppo, scarcerato e poi tornato in carcere dopo essersi vantato sui social delle sue vicissitudini criminali, è stato condannato dal tribunale per i minorenni, con rito abbreviato, a 8 anni e 8 mesi di carcere.
