Sembra che il ministro dell'Economia Giorgetti voglia potenziare alcune detrazioni fiscali per le lavoratrici in base al numero dei figli
In questi giorni è emersa l’idea di Giorgetti di rafforzare e rivedere alcune detrazioni in favore delle donne lavoratrici. Il Ministro dell’Economia ha dimostrato in più di un’occasione di essere cosciente della gravità del problema demografico, sia per i danni che questo comporta nel presente, sia per la prospettiva verso cui sta andando il Sistema Paese.
L’idea dunque è quella di proseguire il lavoro sulle detrazioni parametrandole in base al numero di figli, andando a “redistribuire le detrazioni riconosciute oggi a single e uomini a favore delle mamme con figli, introducendo una sorta di super-detrazione per le madri lavoratrici” (Il Messaggero). Numeri alla mano, si tratterebbe di circa 2.500 euro di detrazione per il primo figlio, 7.500 euro (in aggiunta ai primi 2.500) per il secondo, 12.500 per il terzo e 17.500 per il quarto. Da quello che si apprende, tali detrazioni spetterebbero solo alla madre e non anche al padre.
L’idea alla base pare essere buona e certamente darebbe un po’ di “ossigeno” alle famiglie: anche se non perfetto, nell’attuale scenario economico e demografico ogni strumento che possa almeno arginare il crollo della natalità deve essere supportato da tutta la classe politica. Non ne va dei voti a un partito piuttosto che a un altro, ma del futuro del Paese.
Certamente se tali detrazioni dovessero effettivamente essere accolte nella Legge di bilancio non basteranno da sole a rimuovere gli ostacoli che impediscono alle famiglie che vogliono figli di averne, ma va altresì detto che, numeri alla mano, già riuscire ad arginare il crollo demografico sarebbe un risultato importante, anche se certo non sufficiente nel lungo periodo. L’effettivo impatto sulla natalità di questa misura sarà da vedere, tenendo a mente che quando si lavora sulla natalità i risultati concreti non sono immediati.
Il Ministro stesso sa bene che far ripartire la natalità richiede molto di più dell’aumento delle detrazioni, ma certo è un passo avanti verso politiche familiari strutturate. Purtroppo il tempo a disposizione è sempre meno, i dati confermeranno che l’1,18 figli per donna del 2024 sarà un record negativo destinato a essere battuto nell’anno in corso, e serve fare passi da gigante in un clima di incertezza globale.
Passi che non possono essere compiuti dal Ministro da solo, ma che devono essere studiati e condivisi da diversi ministeri, come il Lavoro, la Sanità e la Famiglia, per citarne alcuni, per arrivare alla creazione di una politica familiare fatta di agevolazioni e servizi al fine di sostenere i nuclei familiari generando un ritorno in termini sociali, di produttività e di innovazione.
Uno dei punti principali su cui lavorare rimane il riconoscimento della soggettività fiscale della famiglia, da cui poi implementare il quoziente familiare, da cui in parte hanno preso spunto le detrazioni: esattamente come in Francia e in altri Paesi, la tassazione tiene conto della presenza di figli all’interno del nucleo familiare, abbassando quindi le tasse dovute. Non è un costo, ma un investimento che lo Stato fa.
Dunque ben vengano le super-detrazioni per le madri lavoratrici, che sono un passo avanti rispetto ai bonus, ma queste da sole non basteranno.
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