La riforma del Governo sul taglio delle tasse al ceto medio: cosa hanno detto Meloni, Giorgetti e Leo. “Fisco non deve soffocare ma chiedere il giusto”

IL PIANO DI RIFORMA FISCALE DEL GOVERNO MELONI SUL CETO MEDIO: COSA HA DETTO OGGI LA PREMIER

Era nel programma del Centrodestra e in parte è stato approntato nella prima metà della legislatura con la riforma fiscale verso le fasce più “basse”: ora però quel taglio delle tasse al ceto medio rappresenta la vera (e ostica) sfida per il Governo Meloni da qui all’autunno 2027 quando gli italiani saranno richiamati alle urne per le Elezioni Politiche. Lo ha spiegato stamane la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo al Consiglio Nazionale dei Commercialisti ed Esperti contabili, annunciando il piano per i prossimi due anni e mezzo in merito al taglio delle imposte sull’area che più contribuisce alla complessa spesa fiscale pubblica.



«Ora vogliamo concentrarci sul ceto medio», spiega la leader FdI agli Stati Generali dei Commercialisti 2025, in quanto è proprio quella fascia di popolazione che contribuisce in maniera fondamentale al sistema produttivo del Paese, «e spesso avverte di più il peso del carico di tasse». Il sistema fiscale non deve mai arrivare a «soffocare la società», non deve mai «opprimere», e così lo Stato deve comportarsi come un buon padre di famiglia che possa lavorare con buonsenso senza buttare soldi ma anche «chiedendo il giusto» ai propri componenti.



Giorgia Meloni con Maurizio Leo e Giancarlo Giorgetti (Ansa)

Così la riforma fiscale sul ceto medio inizia a prendere forma, sebbene non sia ancora pensabile possa essere già operativa nella prossima Manovra 2026: l’obiettivo è però già fissato, ovvero tagliare le tasse «in maniera equa e sostenibile», con Meloni che dà già un “titolo” all’operazione, «meno burocrazia e più fiducia nei cittadini».

Con questa riforma il Centrodestra punta a concentrarsi sul vero ceto medio, l’esatto opposto del favorire gli evasori fiscale come la continua accusa delle opposizioni: «Chi vuole fare il furbo non ha spazi», mentre chi nel ceto medio – e in generale – è onesto e lastricato di buone intenzioni ma semplicemente si trova in difficoltà, ecco è quello il caso dove le operazioni del Governo devono mettono in condizione di pagare «solo quello che deve», senza “vendetta punitiva” del fisco.



LA “PRUDENZA” DEL MED CON GIORGETTI E LA STRADA TRACCIATA DAL VICE LEO: COME SARÀ IMPOSTATO IL TAGLIO DELLE TASSE

Pensare ad un sistema fiscale che invece di aiutare arriva ad opprimere imprese e famiglie con regole spesso «astruse con tassazione che non corrisponde ai servizi forniti dallo Stato», non è più accettabile. Meloni, salutata con una standing ovation dal popolo dei Commercialisti a Roma, promette una riforma fiscale che tagli le tasse del ceto medio con buon senso e senza manovre eccessivamente dispendiose per l’erario.

A risposta diretta sulle tempistiche l’attento Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato come vi siano due anni e mezzo di legislatura per poter soddisfare appieno la riforma sul taglio tasse, un po’ frenando gli entusiasmi (più che altro mediatici) di un piano entro fine anno, ma anche facendo capire che l’intento del Governo è quello di mettere a terra una vera riforma fiscale per l’intero ceto medio a partire dal taglio dell’Irpef. Nel suo intervento alla UIF (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia), il titolare del MEF aggiunge come il Governo stia cercando di affrontare anche l’evoluzione tecnologica per combattere riciclaggio ed evasione rendendo al contempo sempre più credibile il sistema di credibilità finanziaria del nostro Paese.

Giancarlo Giorgetti, Ministro Economia interviene al convegno UIF (ANSA 2025, Fabio Frustaci)

Parlando dopo la Presidente Meloni, il n.1 del Consiglio Nazionale Commercialisti Elbano de Nuccio ha iniziato a dare un primo consiglio al Governo: ad oggi il ceto medio paga già il 36% di Irpef netta allo Stato, ecco che «occorre conciliare qui le risorse recuperate dall’Agenzia delle Entrate» nella sacrosanta lotta contro l’evasione.

Manovra, la conferenza stampa del Ministro MEF Giorgetti e del viceministro Leo (ANSA 2024, Riccardo Antimiani)

Per il viceministro dell’Economia Maurizio Leo conferma la prudenza del MEF ma ribadisce come la strada verso quella riforma sia decisamente tracciata in tre passaggi: rendendo in primis strutturale l’Ires premiale, poi venendo incontro alle imprese e infine al ceto medio, con l’applicazione di una «aliquota più bassa attorno al 33% per i redditi tra 28mila e i 60mila euro annui».