Sono stati approvati due emendamenti per fare in modo che il tampone salivare permetta di ottenere il Green pass. L'ok potrebbe arrivare il 23 settembre, giorno di scadenza del decreto legge
In futuro un tampone salivare negativo potrebbe permettere di ottenere il certificato verde. Al momento non è possibile e la data chiave potrebbe essere il 23 settembre. Sono stati infatti presentati e approvati in Commissione Affari Sociali alla Camera due emendamenti al decreto Green pass, che dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro quella data. L’obiettivo degli emendamenti è estendere anche i tamponi salivari per ottenere il lasciapassare.
Il tampone salivare, rispetto al nasofaringeo, è più pratico, meno invasivo – soprattutto per chi effettua test spesso – e si basa sulla raccolta di saliva per rilevare la presenza del virus nel proprio organismo. Anche i test salivari possono essere molecolari (24 ore l’attesa) o rapidi (una decina di minuti). Si possono fare in farmacia e in laboratorio ma è possibile anche farli in autonomia.
GLI STUDI SUL TAMPONE SALIVARE
Recentemente si è parlato del tampone salivare “miSherlock”, in grado di scoprire tracce di Covid (o di una delle sue varianti) in un’ora: un’innovazione che consente di esaminare in soli 60 minuti la propria saliva e sapere se si è positivi al Coronavirus o a una sua mutazione.
L’Università di Padova ha effettuato uno studio, condotto nel periodo inizio ottobre-25 dicembre, cui ha aderito l’86% dei 6.500 dipendenti dell’Azienda ospedaliera: i tamponi salivari hanno dimostrato un’efficacia del 98% nell’individuare soggetti positivi, poi confermati dai tamponi naso-faringei.
