La tassa di soggiorno non pagata è una responsabilità attribuita alla struttura alberghiera e non più al turista non adempiente.

Nel caso in cui la tassa di soggiorno non venga pagata il principale responsabile è il gestore della struttura ricettiva. Dunque sarà lui a farsi carico del costo da versare al territorio di riferimento.

Ad averlo confermato è stata la Cassazione, spiegando che l’albergatore ha comunque il diritto di rivalersi sul turista che non ha provveduto ad adempiere al suo onere.



Tassa di soggiorno non pagata: chi ne risponde?

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Secondo una recente ordinanza, precisamente risalente al 2024 e con numero di protocollo 6187, il Comune potrebbe procedere a riscuotere forzatamente la tassa di soggiorno non pagata ai danni del proprietario della struttura ricettiva (che si tratti di B&B, hotel o albergo).



La tassa di soggiorno è un’imposta che viene stabilita dal territorio di riferimento (così come è stato previsto all’interno dell’articolo 4 del Decreto di Legge numero 23 e risalente al 2011), come ad esempio la Grecia che ha voluto aumentarla recentemente.

Ma in caso di inadempimento l’Organo giurisdizionale implica l’applicazione di una multa (pari al 30%) il cui pagamento spetterà alla struttura alberghiera e non al turista che non ha provveduto al regolare pagamento della tassa.

In una situazione come quella appena descritta entra in gioco il “soggetto passivo“. In un primo momento era il turista, mentre successivamente la responsabilità passa al proprietario struttura.



Penalizzazioni e sanzioni

Secondo l’articolo numero 5 Quinquies del Decreto Legge con numero 146 e in riferimento al 2021, la Cassazione ha applicato la retroattività delle multe. Ciò vuol dire che gli albergatori sono responsabili anche del mancato pagamento dell’imposta di soggiorno avvenuto prima dell’anno 2020.

Si fa riferimento a questo specifico periodo storico per il fatidico “Decreto Rilancio“, nonché l’emendamento nato per supportare economicamente e a livello di salute i cittadini che stavano vivendo la pandemia da Covid 19.

Come abbiamo anticipato, la multa applicata è corrispondente al 30% e laddove l’inadempimento risalga a tanti anni prima, ci potrebbero essere delle sanzioni ancora più salate (oltre al recupero dell’intera somma prevista come tassa di soggiorno).