Atti intimidatori con armi ed esplosivi nel cuore della Baronia, in Sardegna, ai danni di istituzioni e comuni cittadini e finalizzati alla eversione dello stato democratico: queste alcune delle pesantissime ipotesi che coinvolgono 15 persone, a vario titolo, nell’ambito di un’operazione dei carabinieri del Ros che ha scoperto una presunta rete di terrorismo neofascista nell’Isola. 4 le persone arrestate questa mattina e altre 11 risultano indagate nell’ambito di una maxi inchiesta volta a smantellare un “gruppo criminale fortemente ideologizzato“. Così il colonnello Gianluca Valerio, vicecomandante del Ros, ha descritto i lineamenti dell’operazione denominata “Reazione” e conclusa all’alba con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per associazione con finalità di terrorismo, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché reati contro la persona ed il patrimonio, emessa a carico dei 4 soggetti (con ulteriori 11 decreti di perquisizione) dal gip di Cagliari su richiesta della locale Procura.
Tra gli arrestati – spiega una nota sull’operazione condotta dal Ros in collaborazione con il Comando provinciale Carabnieri di Nuoro, lo Squadrone Eliportato Cacciatori “Sardegna”, l’11° Nucleo Elicotteri di Elmas ed il Nucleo Cinofili -, alcuni presunti componenti di un gruppo neofascista attivo in particolare nel territorio sardo della Baronia e riunito sotto la sigla “Fronte Legionario Sardo“. Si tratta di una banda che, secondo gli inquirenti, sarebbe responsabile di numerosi atti intimidatori contro sedi istituzionali e popolazione. Dei quattro arrestati nell’ambito dell’operazione del Ros conclusa questa mattina, uno si trova ai domiciliari.
Terrorismo neofascista: il bilancio dell’operazione “Reazione” eseguita dal Ros in Sardegna
I provvedimenti cautelari arrivano all’esito di una lunga indagine condotta dalla Sezione Anticrimine di Cagliari in cui risulterebbero documentate anche azioni di finanziamento a favore del gruppo criminale individuato. L’attività investigativa è scaturita dal rinvenimento, il 25 maggio 2019 vicino ad alcuni seggi elettorali, di alcuni proiettili calibro 7.65 allegati ad un volantino a firma di un sedicente “Movimento Politico Reazionario” (MPR). Il contenuto, spiegano i militari, era “fortemente antieuropeista, anti-immigrazione e di ispirazione di destra sovranista” e invitava i cittadini al “non voto”, in occasione delle consultazioni europee del successivo 26 maggio, dietro minaccia a “governo e parlamento” con l’orizzonte di una “lotta armata” e di “attentati alle sedi istituzionali di tutta Italia”. L’episodio, immediatamente sottoposto all’attenzione degli inquirenti, sarebbe stato parte di “un più ampio contesto delittuoso” che avrebbe registrato una vera e propria escalationdi atti intimidatori proprio in Baronia.
Nel 2019 si sarebbero verificati due attentati al mese soltanto nel circondario di Torpè (Nuoro) contro autorità politiche, sedi istituzionali, immigrati o semplici cittadini ai quali, secondo quanto emerso in sede di indagini, sarebbe stato imposto un clima di omertà “finalizzato ad annichilire ogni forma di collaborazione con le autorità“. Il tutto nella cornice di soggetti con ideologie xenofobe e nostalgiche del Partito Fascista tra le quali, rendono noto gli inquirenti, spiccherebbe la figura di Ananio Manca. Secondo l’impianto accusatorio, Manca sarebbe diventato elemento di vertice, nel tempo, quale “polo aggregativo per numerose ulteriori soggettività aderenti ad ideologie di estrema destra tra cui spiccavano i cugini Angelo e Niccolò Sulas. Lo scopo sarebbe stato quello di controllare il territorio mettendo in atto azioni di lotta che prevedevano l’uso della violenza come “forma di scontro politico”. Secondo quanto emerso dal lavoro investigativo, dopo aver fatto esperienza sotto la sigla del “Movimento Politico Reazionario” e nel gruppo “Ultima Legione Italia” (dal quale sarebbe stato espulso perché ritenuto “troppo estremista”), lo stesso Manca avrebbe dato vita ad una nuova formazione politica dichiaratamente fascista, il “Fronte Legionario Sardo”, che avrebbe puntato a dotarsi anche di una “milizia” da impiegare per azioni violente sul modello degli “indipendentisti corsi”.