Terza dose, si può cambiare vaccino?/ Studio su booster: “mix” induce forte risposta
Si può cambiare vaccino anti Covid per la terza dose? Nessun problema per Antonella Viola. La conferma anche da studio su booster: “mix” induce forte risposta immunitaria

Si può cambiare vaccino anti Covid per la terza dose? Se lo chiedono, ad esempio, coloro che hanno completato il primo ciclo vaccinale con Moderna, così pure quelli a cui è stato somministrato Pfizer. Per l’immunologa Antonella Viola, dell’Università di Padova, non ci sono controindicazioni sulla vaccinazione eterologa per la dose di richiamo anche per e tra vaccini a mRna. «Non ci sono problemi a cambiare vaccino perché tutti hanno come target la “spike” e già molte persone sono state vaccinate con combinazione eterologa di vaccini diversi. Pfizer o Moderna vanno entrambi bene indipendentemente da cosa avete ricevuto durante il primo ciclo vaccinale», ha scritto l’esperta su Twitter. Conferme in tal senso arrivano dagli studi sul mix di vaccini.
Il primo studio randomizzato su richiami dopo le due dosi di Pfizer e AstraZeneca ha confermato non solo la sicurezza, ma anche la forte risposta immunitaria suscitata nelle persone vaccinate appunto con i sieri sviluppati da BioNTech e Università di Oxford. La ricerca britannica, pubblicata su The Lancet, prende in considerazione 7 booster diversi: AstraZeneca, Pfizer, Novavax, Janssen, Moderna, Valneva e Curevac.
MIX CON BOOSTER: I RISULTATI DELLO STUDIO
Usati tutti e sette per la terza dose, a distanza di 10-12 settimane dal ciclo vaccinale primario, i booster hanno incrementato l’immunità dopo ciclo AstraZeneca, mentre per Pfizer fa eccezione il booster con Valneva. Gli scienziati hanno rilevato «grandi variazioni nelle risposte immunitarie cellulari e anticorpali tra i vaccini». Per Saul Faust, responsabile della sperimentazione, dell’University Hospital Southampton NHS Foundation Trust, «è davvero incoraggiante che un’ampia gamma di vaccini, che utilizzano tecnologie diverse, mostri benefici come terza dose per AstraZeneca o Pfizer-BioNTech. Questo dà fiducia e permette flessibilità nello sviluppo dei programmi di richiamo».
Seguiranno altri studi a 3 mesi e un anno dopo il booster per capire «l’impatto sulla protezione a lungo termine e sulla memoria immunologica». L’intervallo tra seconda e terza dose, però, è stato più breve in alcuni partecipanti, rispetto alle prime due dosi, mentre diversi studi hanno dimostrato che un periodo di tempo più lungo tra la prima e la seconda dose può migliorare l’immunogenicità, suscitando migliori risposte anticorpali, se le dosi iniziali di vaccino Pfizer sono distanziate di 12 settimane anziché di 3 settimane. Di conseguenza, l’aumento dell’immunità è inferiore a quello che si avrebbe se fossero stati utilizzati intervalli di dose più lunghi.
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