• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Cinema e Tv » Film e Cinema » THE LAND OF DREAMS/ Perché i poveri hanno bisogno della bellezza (e viceversa)

  • Film e Cinema
  • Cinema e Tv

THE LAND OF DREAMS/ Perché i poveri hanno bisogno della bellezza (e viceversa)

Gloria Amicone
Pubblicato 10 Novembre 2025
The Land of Dreams

The Land of Dreams

Dal film alla vita: come The Land of Dreams ci spinge a guardare i poveri con nuovi occhi e a creare un'alleanza.

Una settimana fa ho avuto l’occasione di vedere un film di Nicola Abbatangelo, The Land of Dreams. Musiche di Fabrizio Mancinelli e sceneggiatura di Davide Orsini.

Qualche anno fa avevo visto un suo docu-film: You – Story and Glory of a Masterpiece. Uno dei docu-film più clamorosi che abbia mai visto.

The Land of Dreams devo dire non mi ha fatto lo stesso effetto, ci sono cose che non mi sono piaciute, ma è senz’altro un film da vedere. Entrambi si possono vedere su RaiPlay.


Nella tana dei lupi, Rai 2/ Trama e cast dell'action sulla rapina alla Fed, oggi 5 dicembre 2025


Eva (Caterina Shulha) è una povera ragazza emigrata italiana che lavora come lavapiatti nel locale Choo Choo Train e ha il sogno di diventare una cantante. Un sogno nato da bambina, nel tragitto in nave dall’Italia a New York, grazie a una cantante famosa, Claire (Carla Signoris), che, stupita e colpita da famiglie di poveri raggomitolati sul ponte di prua, decide di cantare gratuitamente per loro.


Chi è la compagna di Marco Masini?/ La confessione: "C'è una fidanzata nella mia vita"


Una sera, per una piccola rocambolesca vicissitudine, si scontra con la vita di Armie (George Blagden), un reduce della Grande Guerra con il potere di rendere visibile il sogno più grande di ciascuno perché, come dice, esiste solo un grande sogno. Questo incontro è destinato a cambiare le loro vite. Eva si ritrova a dover scegliere se quel sogno farlo accadere, e come, o meno. Armie si ritrova a dover scegliere se rimanere fermo a un passato che l’ha salvato ma per cui continua ad avere paura — ha un segreto nascosto — o seguire finalmente la via presente del cuore.

Ho letto dalla critica che quello che non è piaciuto sono i troppi effetti speciali in CGI. La narrazione è stata definita confusa e prevedibile, e i personaggi non hanno una vera e propria trasformazione.


CITTÀ D'ASFALTO/ Il film duro e violento, ma con una luce di speranza


In piccola parte sono d’accordo, ma l’incontro tra Eva e Claire, Eva e Armie, il potere di far entrare nel sogno, lo spessore dei dialoghi e soprattutto il rapporto di Armie con il suo passato, li ho trovati geniali. Nicola Abbatangelo, attraverso questo film, dimostra che il sogno ha una definizione ben diversa dal pensiero comune: semplicemente è necessario che questo sogno, questa magia, questo favoloso, rimanga ancorato alla realtà. Tanto che poi, per scelta reale di entrambi i protagonisti, si avvera.

The Land of Dreams
The Land of Dreams

George Blagden, l’attore inglese protagonista, in un’intervista ha detto: «La mia impressione è che questo film sia molto diverso da altri realizzati in questo momento. Rappresenta un vecchio stile di fare cinema, ma anche qualcosa che non è mai stato fatto prima: una produzione italiana che prova a realizzare un film in inglese senza l’aiuto di americani o britannici; oltretutto un musical, quindi cinque volte più complicato di un film normale». E così è. Musiche, canzoni, scenografia e costumi straordinari. Tutto è necessario. E i protagonisti sono straordinari.

Quello che personalmente non mi è piaciuto sono due cose: una, il fatto che il cattivo sia sempre un politico corrotto. Ci sono già troppi pregiudizi sulla politica. E l’altra, il mancato sviluppo sulla povertà, sulle persone povere, proprio perché la protagonista arriva da quella storia.

In una scena del film Eva si ritrova nelle vie periferiche di New York e incontra dei poveri che le dicono di non essere sciocca e di non diventare come loro. A quel punto viene accompagnata fin dentro il Choo Choo Train per la prima esibizione, ma loro se ne vanno. Felici, ma se ne vanno. Non rimangono ad ascoltare.

Questa idea di non diventare come loro non mi è piaciuta. E neanche il fatto che quelle persone non diventino partecipi di quel sogno.

Qualche giorno fa stavo camminando per le vie del centro di Roma con una mia amica, entrambe con qualche preoccupazione per la testa. Con la coda dell’occhio ho visto un barbone che dormiva sdraiato per terra e, per un attimo, l’ho superato. Poi sono tornata indietro per osservare il suo viso. Stava dormendo con un sorriso gigante chiuso. Avrei proprio voluto fargli una foto, ma non volevo violare la sua serenità. Allora ho fatto un click con gli occhi. Pensavo: «Chissà cosa sta sognando per farlo così contento?». Per un attimo poi sono stata distratta da alcune signore che si sono fermate, divertite e stranite, per il fatto che lo stavo osservando. – Come mi piacerebbe che a volte le persone puntassero lo sguardo su quello che sto guardando e non su di me, senza alcun dubbio molto strana. – Poi l’attenzione è tornata su quell’uomo che, perbacco, per qualche secondo ha aperto un occhio. Occhio chiaro. E niente, ho sorriso molto anch’io e ho ricominciato a camminare. L’incontro con quell’uomo ha alleggerito le preoccupazioni che avevo per la testa. E ho pensato:

«Altro che non diventare come loro!».

A volte non ci accorgiamo che alcuni di questi uomini sono più felici di noi. Altre volte no.

Ho letto l’esortazione apostolica Dilexi te di Papa Leone XIV. Estremamente forte. Parla della povertà in modo assoluto, non tralasciando nessuno: poveri, immigrati e donne.

Ho pensato ai miei diversi incontri.

Pochi anni fa ho fatto qualche mese a San Francisco e ho incontrato due messicani che hanno fatto un viaggio drammaticissimo per essere lì. Un giorno uno di questi mi ha detto che avrebbe voluto farmi vedere i suoi piedi per farmi capire le sofferenze passates. Ma non l’ha fatto. Mi è venuto in mente il film Io capitano di Matteo Garrone: il viaggio nel deserto, lo stesso simil-viaggio che fanno dal Messico. Per questo non sono d’accordo con le misure drastiche che sta prendendo Trump nei confronti degli immigrati, per quanto ammiri molto quello che sta facendo per le guerre.

Questi due uomini hanno una dedizione al lavoro, uno spirito di sacrificio, un’umiltà e una fede che mi hanno molto colpito. Quei mesi in America ho provato spesso attacchi di panico. Una volta uno di loro mi ha abbracciato e mi ha detto: «Vedrai che Dio non ti abbandonerà mai». Me l’ha detto lui, che ha fatto quel viaggio. Ho sorriso per dei ricordi passati e ho iniziato a sperarlo di più anch’io.

A Milano invece, in alcuni periodi di questi ultimi anni, facevo lezioni d’italiano a ragazzi minorenni immigrati. Sempre storie drammatiche. Tante talmente violente che si rifiutavano di raccontarle. Tante, come in Io capitano, di ragazzi che se ne vanno dalla loro terra solo perché pensano che troveranno qualcosa in più in Italia. Tanti mandati dai genitori pensando che faranno più soldi, per accorgersi poi che non è così. Ragazzi volenterosi che vanno a queste lezioni d’italiano perché sanno che è l’unica strada per trovare un lavoro. Alcuni purtroppo lasciano perché si ritrovano nel traffico di droga. E si sa che lì girano soldi facili.

Ragazzi che vivono in comunità. Ragazzi che ogni tanto mi hanno denunciato qualche fatto, come quello di essere stufi di mangiare sempre e solo pasta o di ritrovarsi, a volte, con le cimici nel materasso.

Grazie a Dio esistono le comunità, sia mai. Ma se si vogliono guardare anche questi ragazzi, si devono guardare tutti interi e non farne una finta inclusione.

Ma l’incontro più forte è stato quando mi ero trasferita per un periodo a Milano, nella zona di Porta Venezia, vicino ai bastioni. Una zona tremendamente contraddittoria. Da una parte dei binari del tram c’è la Milano bene, la Milano dei locali; dall’altra parte, sotto i bastioni, ci sono tutti questi uomini che passano il giorno a bere, drogarsi e spesso farsi male. Una sera di un weekend stavo tornando dalla Brianza. Mi hanno sempre consigliato di non parcheggiare sui bastioni. Ma io, non so se è perché sono temeraria o perché non so parcheggiare tra le viette di Milano, sono sempre andata lì. Stavo scendendo dalle scale, piangendo e con in mano una valigia. Uno di questi uomini si è avvicinato a me. Devo dire che ho avuto qualche attimo di terrore. Mi ha guardato, sfatto e con occhi rossi, e dolcemente mi ha detto: «Vuoi una mano?». Gli ho detto di no perché era vero, ma gli avrei detto di sì. Sì a non vedere lui in quella situazione. Ogni tanto ci penso, a quell’uomo. E spero stia meglio.

Perché raccontare di questi volti? Perché abbiamo bisogno di loro. E loro hanno bisogno di noi.

Ci deve essere un’alleanza tra chi sa portare sulle spalle doveri e sogni più grandi e i poveri, gli immigrati e tutti coloro che hanno bisogno di una voce per realizzare i loro sogni, che magari sono gli stessi. Magari sono molto diversi. Per questo non mi è piaciuta la scena in cui i poveri escono dal locale. Perché quei poveri hanno bisogno di quel canto. Hanno bisogno di bellezza, speranza e denuncia. E quel canto ha bisogno di quei poveri per rimanere umilmente fedele a quella bellezza, speranza e denuncia.

Guardare The Land of Dreams è come accorgersi che, dalla terra dei sogni, vuoi ritrovarti finalmente nella terra della libertà che dà il gusto di essere al mondo. Solo che ne abbiamo bisogno tutti.


Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Film e Cinema

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Film e Cinema

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net