Tomaso Montanari, chi è lo storico e saggista ospite stasera a 'La Confessione': l'amore per la storia dell'arte, l'impegno politico e l'ammirazione per...
TOMASO MONTANARI, TRA IL PASSATO DI STUDENTE E L’INTELLETTUALE CHE…
Tomaso Montanari, chi è lo storico dell’arte e saggista protagonista questa sera della nuova puntata de “La Confessione”? Nell’appuntamento su Rai 3 con il talk show condotto da Peter Gomez, oltre a Gene Gnocchi, l’altro ospite su cui si accenderanno le telecamere è il 53enne intellettuale toscano, volto oramai noto al pubblico televisivo nelle vesti di opinionista politico: e se la preview del talk che ci accingiamo a vedere spiega che il professore parlerà anche “del suo passato di studente, poi di attualità, di Firenze e del ruolo che oggi un intellettuale deve assumere nei confronti del potere”, qui ci concentriamo intanto sulla sua carriera e la vita privata. Scopriamo dunque di seguito qualcosa di più su Tomaso Montanari.
Classe 1971 e originario di Firenze, dove attualmente vive, Tomaso Montanari ha alle spalle una carriera accademica e non: dopo gli studi alla Normale di Pisa con la laurea in Lettere Moderne e poi il perfezionamento in discipline storico-artistiche, è diventato professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna prima a Siena, insegnando anche negli atenei della Tuscia, a Roma Tor Vergata e alla Federico II di Napoli. Dal 2021, Montanari è rettore dell’Università per Stranieri di Siena ma, come accennato, il suo nome è noto nel dibattito pubblico soprattutto per via dei suoi interventi in televisione nei talk show politici e sulla scarta stampata: tra le sue collaborazioni anche quella sul Corriere del Mezzogiorno, la Repubblica, il Corriere Fiorentino, oltre a delle rubriche su Il Fatto Quotidiano e il Venerdì di Repubblica.
MONTANARI, “LA SCUOLA DI UN PRETE MODELLO PER QUELLA PUBBLICA PERCHE’…”
“Penso che l’amore per la storia dell’arte non debba essere un fatto privato (o peggio un’evasione, o un modo per non pensare), ma pubblico e ‘politico’”: così il professor Tomaso Montanari in una delle sue bio in cui riassume da una parte la passione per quello che è il suo ambito accademico e, dall’altro, l’impegno politico profuso in questi anni soprattutto a difesa della Costituzione. “Ma tutto questo è assai difficile da capire, perché oggi la storia dell’arte non è più un sapere critico, ma un’industria dell’intrattenimento ‘culturale’ (…) Strumentalizzata dal potere politico e religioso, banalizzata dai media e sfruttata dall’università” prosegue il 53enne nella sua scheda di presentazione sul Fatto.
Ad ogni modo, nelle varie interviste concesse nel corso degli ultimi anni, Tomaso Montanari ha più volte manifestato la sua vicinanza al mondo dei valori religiosi, dichiarandosi una sorta di cattolico radicale e su posizioni progressiste. “Io sono un cattolico: mi sono formato sui libri di Don Milani, sono un cattolico sociale e radicale che non ha nulla a che fare con la tradizione marxista, che conosco, che stimo e con cui dialogo” aveva raccontato lo storico dell’arte e saggista chiacchierando con MicroMega. Da qui la sua ammirazione per il parroco che diede vita alla rivoluzionaria esperienza della scuola di Barbiana: “Nella mia formazione fiorentina, non ho mai trovato nel ‘900 un intellettuale così radicale come Don Milani sotto l’aspetto dell’amore per i poveri (…) Si mise a fare scuola perché lì la scuola non c’è ed è impressionante il fatto che una scuola privata, la scuola di un prete, sia riuscita a esprimere il pensiero più radicale di cosa dovrebbe essere la scuola pubblica, la scuola della Costituzione che forma cittadini”.
