Si è svolto il 21 novembre scorso, presso il Palazzo delle Stelline di Milano, il convegno dal titolo: “Veicoli elettrici: normativa e progetti industriali”. L’incontro riprende quello svoltosi due anni fa ed è stato promosso da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), Confindustria Anie (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche), CEI (Comitato Elettrico Italiano) e CEICIVES (Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a combustibile), in collaborazione con la Rappresentanza a Milano della Commissione europea, ponendo l’accento sull’importanza di una normativa condivisa per lo sviluppo del settore.
La Direzione Clima della Commissione Europea ha recentemente pubblicato uno studio in cui ha misurato, sulla base di differenti scenari di penetrazione nel mercato, le conseguenze derivanti nei prossimi decenni dalla diffusione dei veicoli elettrici. In tutti i possibili scenari presi in consideerazione, i veicoli elettrici permetterebbero al 2030 un riduzione significativa delle emissioni di CO2 compresa almeno fra il 10 e il 20% rispetto all’attuale. Allo stesso tempo l’incremento della domanda energetica conseguente al crescente utilizzo di veicoli elettrici sarebbe molto meno che proporzionale, attestandosi a un valore massimo del 5%. Allo stesso modo si registra una riduzione della dipendenza da importazioni di fonti energetiche fossili tradizionali. Altri benefici riguarderanno aspetti correlati e tutt’altro che secondari come l’inquinamento acustico. Particolarmente interessante la sottolineatura che tali benefici ambientali ed energetici sarebbero significativi anche nel nostro Paese e già nella situazione attuale, in cui la produzione di energia elettrica fa ancora ricorso ad una quota significativa di fonti fossili.
Oggi però il punto di svolta non si pone, come si sottolineava solo due anni fa, sull’aspetto tecnologico, ma sull’importanza della normativa, italiana ed europea, considerando sia la sua evoluzione più recente sia i suoi probabili sviluppi futuri. L’importanza della normativa è definita dal fatto che non solo traccia il quadro regolatorio all’interno del quale operano tutti gli attori della filiera, ma è in grado di essere motivo di impulso e sviluppo del mercato, consentendo determinatezza e chiarezza su standard e processi. Di conseguenza è facile intuire quanto siano importanti le implicazioni che ne derivano, tra cui il sostegno e la valorizzazione di progetti industriali che consentano la concreta diffusione dei veicoli elettrici.
I rappresentanti di ANIE hanno sottolineato che solo l’impiego di sistemi di trasporto “intelligenti”, che si caratterizzano per un utilizzo sempre più pervasivo di soluzioni tecnologiche innovative, può rendere la mobilità più “verde” e più efficiente. L’industria elettrotecnica ed elettronica può certamente rivestire un ruolo chiave nel definire nuovi modelli per l’efficienza energetica e per la mobilità sostenibile, promuovendo nuovi paradigmi di trasporto e offrendo soluzioni tecnologiche innovative.
Parlando di veicoli elettrici, l’adeguamento delle infrastrutture si realizza in un’ottica certamente più ampia. L’implementazione dei veicoli elettrici va di pari passo con il rinnovamento della rete, con l’evoluzione delle smart grids. Le tecnologie specificamente dedicate a questo mercato e legate in senso lato all’ammodernamento delle reti infrastrutturali, in particolare nel settore energetico – svolgono un ruolo abilitante di primo piano per promuovere la concreta diffusione dei veicoli elettrici.
Secondo il punto di vista di CEI e di CEI-Cives, va d’altra parte considerato che lo sviluppo di una infrastruttura di ricarica privata e pubblica, basata su standard condivisi ed integrata nel moderno sistema di smart grids, implica contestualmente agli interventi tecnici anche azioni di regolamentazione edilizia che spingano verso l’installazione di punti di ricarica negli edifici, come pure la rimozione degli ostacoli normati. vi esistenti così da garantire il “diritto alla presa” del fruitore finale della mobilità elettrica.La prospettiva di un’adeguata rete di ricarica, infine, può difficilmente essere percepita dal consumatore finale come un fattore di per sé sufficiente a motivare il passaggio dall’auto tradizionale verso quella elettrica: analogamente a quanto occorso all’industria dell’auto, che ha impiegato diversi anni per metabolizzare l’esistenza di spazi di mobilità per i veicoli a limitate prestazioni quali sono gli elettrici, appare plausibile che anche il consumatore necessiti di un adeguato periodo per accettare il nuovo paradigma.
In tutta questa fase iniziale occorrono allora azioni di incoraggiamento e incentivazione che vengano percepiti come concreti vantaggi, ed i cui attori non possono che essere da una parte i governi, con interventi di sostegno economico, e dall’altra gli enti locali e soprattutto le amministrazioni comunali, con azioni di regolamentazione che privilegino in qualche misura il ricorso ai veicoli a zero emissioni.
Politiche in questo senso esistono già in numerosi Paesi, ed è auspicabile che anche l’Italia attivi al più presto azioni concrete. ANFIA ha comunque ricordato che la relazione dell’European Environment Agency (EEA) sui trasporti e l’ambiente mostra anche i progressi già registrati in termini di efficienza energetica, dichiarando, per esempio, che le automobili nuove, nel 2010, sono state più efficienti di circa un quinto rispetto al 2000 e che la percentuale di automobili alimentate con carburanti alternativi su strada è aumentata costantemente, superando il 5% del parco auto nel 2009. Al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, infatti, contribuiscono anche altre tecnologie. Assumendo un contesto normativo ragionevolmente stabile, si può stimare, per il 2020, a fronte di un totale di veicoli venduti a livello globale di circa 100 milioni, che le alimentazioni alternative possano arrivare al 20%, con diverse tipologie di flex-fuel, con diverse soluzioni ibrideelettriche, l’elettrico soprattutto in città.
Un’ampia diffusione dell’elettrico richiede il superamento di sfide ancora importanti, come un approccio sistemico per la produzione dell’energia elettrica, dando la preferenza alle fonti rinnovabili, lo sviluppo delle infrastrutture di distribuzione e, per le batterie, la riduzione dei costi e l’incremento delle capacità. Tra le proposte per la promozione dei veicoli elettrici, ANFIA ha aggiunto l’importanza di mantenere l’accisa allineata a quella dell’utenza domestica per almeno 10 anni, il tempo necessario per dare stabilità al mercato e incentivare il consumatore finale, nonché di contribuire a sviluppare il network di assistenza post vendita & aftermarket, con lo scopo di stimolare la formazione tecnica per un’adeguata e capillare assistenza del veicolo elettrico sul territorio, supportare finanziariamente l’acquisizione di strumentazione specifica da parte dei punti service e favorire il riutilizzo delle batterie a fine vita del veicolo elettrico anche incoraggiando lo sviluppo di modelli di business specifici.