Quali condizioni chiede Putin per accettare la pace Ucraina-Russia: i messaggi a Trump, i 6 punti chiave che Kiev dovrebbe accettare. Tutti gli scenari
C’È LUCE O NO IN FONDO AL TUNNEL UCRAINO? I “MESSAGGI” DI PUTIN A TRUMP SUL PIANO DI PACE
Prima in un documento riservato, poi in parte pubblicamente nel discorso di giovedì 13 marzo 2025 da Minsk, poi con un’ulteriore nota dei servizi segreti russi inviata tramite l’uomo di Trump giunto ieri a Mosca per il vertice d’urgenza al Cremlino: Vladimir Putin ha fatto pervenire agli Usa (e, di conseguenza, anche al nemico di Kiev) le condizioni di Mosca per accettare la pace con l’Ucraina dopo tre anni di guerra sanguinosa e atroce.
I negoziati tra Stati Uniti e il Governo Zelensky in Arabia Saudita negli scorsi giorni hanno accelerato un piano di pace che vede nella tregua momentanea di 30 giorni solo uno dei tanti punti consegnati dalla diplomazia della Casa Bianca alla corrispettiva russa nella giornata di ieri.
Nel momento in cui vi scriviamo, venerdì 14 marzo mattina, il Cremlino ha da poco fatto sapere pubblicamente di aver inviato nuovi messaggi e ulteriori segnali di “distensione” verso gli Stati Uniti di Trump: lo fa sapere il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, spiegando di aver affidato le “nuove” indicazioni e condizioni per la pace all’inviato speciale americano Steve Witkoff, ricevuto ieri sera al Cremlino dal Presidente russo dopo le dichiarazioni rilanciate nel suo discorso da Minsk.
Se Putin nella sua conferenza stampa in Bielorussia ha preso tempo dicendo “sì” ma con riserva alla tregua presentata da Washington, ponendo diverse altre condizioni per accettare la pace, il tema ora è capire le tempistiche e le concrete possibilità che gli Stati Uniti possano andare incontro alla Russia, e al contempo senza abbandonare del tutto Kiev. Trump del resto ha fatto intendere di voler arrivare ad un accordo in maniera rapida, con entrambe le parti in guerra che dovranno essere costrette a rinunce anche imponenti per finire i combattimenti nel più breve tempo possibile.
Kiev non si fida del nemico russo, la Casa Bianca rimane in attesa dei prossimi sviluppi con una telefonata ulteriore fra Trump e Putin e poi con il più che probabile tavolo bilaterale tra i due leader delle superpotenze mondiali (forse direttamente nel “cortile” arabo di Mohamed Bin Salman, prezioso alleato di entrambi). È forse ancora presto per capire se realmente si intravede una “luce” in fondo al tunnel della guerra, ma di sicuro qualche opzioni di pace in più rispetto anche solo ad un mese fa, è presente.
LE 6 CONDIZIONI ‘STRONG’ CHIESTE DALLA RUSSIA DI PUTIN PER ACCETTARE LA TREGUA FINALE CON KIEV
Resta da capire cosa voglia realmente Putin e su questo i documenti di queste ore aiutano a rendere più chiari gli scenari: un dossier pubblicato dal Washington Post stamane inquadra in 6 punti chiave le condizioni di pace fissate dal Cremlino e consegnate all’inviato Usa a Mosca, Witkoff. Dopo averle in qualche modo già anticipate negli ultimi due discorsi pubblici, il Presidente russo intende passare all’azione costringendo l’Ucraina a pesanti rinunce: di contro, Trump vorrebbe convincere/costringere Putin a rinunce economiche, energetiche e anche geopolitiche, con delle ancora non precisate “leve” che gli Stati Uniti intendono premere su Mosca qualora non accettasse il piano di tregua sorto a Gedda.
La prima e più complessa condizione posta da Putin riguarda l’accettazione di Kiev dei territori in mano alla Russia: oltre alla Crimea (già conquistata dopo l’invasione lampo nel 2014 a cui seguì la “Rivoluzione Arancione” di Piazza Maidan), Putin ritiene territori pienamente russi le regioni occupate nel Donbass, ovvero Lughansk, Donetsk, Cherson e Zaporizhzhia. Nonostante l’occupazione al momento non sia completa e definitiva (anche se l’esercito russo nelle ultime settimana ha accelerato in maniera imponete l’offensiva), Putin punta dritto ad ottenere il pieno “incasso” sulle 5 regioni su territorio ucraino.
Non meno “strong” la seconda condizione posta dal Cremlino, anche se ipotizzabile e che troverebbe anche il via libera degli Stati Uniti: l’indizione di nuove Elezioni senza più Zelensky alla guida della nazione: Mosca non vuole in nessun modo l’ingresso dell’ucraina nella NATO, così come non dovranno essere mandati nuovi aiuti militari a Kiev dopo la fine della guerra per evitare un potenziale “riarmo”.
Da ultimo, rileva ancora il documento sul “WP”, con la firma del trattato di pace dovranno essere annullate tutte le sanzioni occidentali contro la Russia: Mosca propone di non schierare più i missili balistici in Bielorussia sul confine con l’Unione Europea, ma pretende che anche le basi Usa-NATO in Polonia facciano lo stesso.
Ultima e non meno ingombrante condizione di pace richiesta, l’esercito ucraino dovrebbe essere ridotto a poche decine di migliaia da un milione circa di soldati presenti ad oggi. Non va poi dimenticata la richiesta russa di non inviare eserciti stranieri in Ucraina come “osservatori“, anche se su questo punto Trump vorrebbe imporre una sua moral suasion per far accettare una missione quantomeno dell’ONU per valutare il rispetto delle condizioni di pace.