Come sempre accade, sono parecchi i nomi “eccellenti, quelli dalla lunga carriera politica, il cui nome in teoria dovrebbe smuovere voti, che invece non sono riusciti a entrare nel Parlamento europeo. I cosiddetti “trombati” come si dice in gergo politico. Naturalmente la colpa principale è da attribuire alla lista di cui facevano parte e che non ha raccolto abbastanza voti per superare lo sbarramento per entrare in parlamento, la soglia del 4%. Innanzitutto la formazione +Europa che è rimasta sotto la soglia. Qui spicca il nome della capolista e leader del partito, la ex radicale Emma Bonino, una storia politica dietro le spalle di almeno 40 anni, già parlamentare europeo. Insieme a lei il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, ex cinque stelle, capolista di +Europa nella circoscrizione Nord est pur con un buon risultato: 3mila preferenze, l’8% raggiunto a Parma. Niente da fare neanche per il segretario del partito, l’ex Alleanza Nazionale Benedetto Della Vedova. Brutta botta invece per l’ex ministro PD Cecile Kyenge con solo 1151 preferenze, benché il suo partito sia oggi il secondo partito italiano, ha preso troppi pochi voti per entrare in Parlamento dopo le Elezioni Europee 2019.
NIENTE SEGGI PER I MUSSOLINI
Con oltre 8mila preferenze, l’ex PD e leader di Possibile, candidato in Europa Verde Pippo Civati, il suo partito ha raccolto un 3% scarso. Colpisce poi l’eliminazione della ex Forza Italia, in passato grande sostenitrice di Berlusconi, oggi passata a Fratelli d’Italia, Daniela Santanché, con solo 7878 preferenze nonostante il suo partito sia entrato al Parlamento. E così anche un’altra Forza Italia anche lei oggi nel partito della Meloni: ottiene un ottimo risultato personale, Elisabetta Gardini, con quasi 15mila preferenze ma è costretta a restare a casa. Infine i due Mussolini, Alessandra di Forza Italia e Caio Giulio di Fratelli d’Italia. Ovviamente in questa ondata di nostalgia di destra che ha colpito l’Italia il loro cognome faceva sperare bene, invece restano a casa anche loro. La prima ha ottenuto 17.040 preferenze, ma visto che Forza Italia avrà solo sei seggi, niente da fare. Il secondo invece ha preso ben oltre le ventimila preferenze, ma visto che Fratelli d’Italia ha solo 5 seggi, resta a casa pure lui. Non era un nome “eccellente” della politica, anzi un esordiente assoluto e correva come candidato sindaco di Misano: non ce l’ha fatta per circa 400 di voti, Claudio Cecchetto, ad aggiudicarsi la corsa a sindaco di Misano Adriatico. A vincere, con il 39,1% contro il 33,8% della lista civica di Cecchetto è stato il vicesindaco uscente e esponente del centrosinistra, Fabrizio Piccioni, che ha superato – con 2.883 voti a 2.490 – il papà del `Gioca Jouer´ e di Radio Deejay.