Canada, il primo ministro Justin Trudeau: "Sono un sionista, nessuno deve avere paura di esserlo". Il discorso suscita la reazione di Albanese
Justin Trudeau si definisce sionista e ritiene che i canadesi non dovrebbero aver paura di definirsi sionisti. Il primo ministro dimissionario del Canada ne ha parlato al Forum nazionale sulla lotta all’antisemitismo in un intervento che è stato elogiato dall’ambasciata di Israele a Ottawa. Dopo aver parlato dell’aumento globale dell’antisemitismo e del sostegno ai gruppi terroristici Hezbollah e Hamas, Trudeau si è identificato come sionista e ha affermato che “nessuno in Canada dovrebbe mai avere paura di definirsi sionista“.
Il termine sionista, secondo l’ormai ex primo ministro canadese, “viene sempre più spesso usato come dispregiativo, nonostante significhi semplicemente credere nel diritto del popolo ebraico, come di tutti i popoli, di determinare il proprio futuro. Non è normale“. L’ambasciata israeliana in Canada ha commentato con soddisfazione il discorso di Trudeau: “Apprezziamo molto l’affermazione e la sua chiara identificazione come sionista, soprattutto in queste ore così buie per gli ebrei in Canada e nel mondo“.
A proposito dell’antisemitismo, parla di un aumento senza precedenti di casi: in Canada, ad esempio, dall’attacco di Hamas del 7 ottobre c’è stato un incremento del 670% degli episodi di antisemitismo. “Un dato sconvolgente che dovrebbe tenerci tutti svegli di notte“.
LA REAZIONE DI ALBANESE AL DISCORSO DI TRUDEAU
In risposta al tweet dell’ambasciata israeliana e al discorso di Trudeau, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani Francesca Albanese ha risposto che il sionismo viola il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi. “L’antisemitismo, come tutti i razzismi, è ripugnante e deve essere combattuto come dovere legale e morale. Ma opporsi non deve significare ignorare i diritti degli altri. Nessuna ideologia giustifica l’espropriazione di un popolo o la negazione del suo diritto all’autodeterminazione“, ha scritto su X.
Albanese ha invitato il Canada “ha l’obbligo legale di sostenere, non di ostacolare, l’autodeterminazione dei palestinesi, e la mancanza di ciò può avere conseguenze legali secondo il diritto internazionale. I canadesi dovrebbero esserne pienamente consapevoli“. Ma Trudeau ha parlato anche della sua recente visita in Polonia per l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz, durante la quale lo hanno accompagnato due sopravvissuti canadesi all’Olocausto.
Trudeau ha affermato che, poiché un numero maggiore di sopravvissuti all’Olocausto sta morendo in età avanzata, tutti devono fare meglio per garantire che le generazioni future non dimentichino le atrocità commesse dal regime di Hitler.
“NEGAZIONISMO E ANTISEMITISMO IN AUMENTO”
“La memoria sta svanendo. Il negazionismo è sempre più mainstream. Le luci di allarme lampeggiano sempre più spesso in rosso“, l’avvertimento di Justin Trudeau, secondo cui antisemitismo e negazionismo sono in aumento. “Quello che stiamo vivendo non è normale“. L’ex primo ministro del Canada ha anche condannato le manifestazioni a sostegno della Palestina che vedono la partecipazione di sostenitori di Hamas e Hezbollah. “Gli antisemiti che inneggiano a Hamas e Hezbollah sventolando le loro bandiere nelle nostre città non sono normali“.
Ma Trudeau ha anche fatto riferimento a una serie di attacchi antisemiti avvenuti in Canada: “Le sinagoghe e le scuole ebraiche attaccate e incendiate da vigliacchi nella notte non sono normali. L’indifferenza o la razionalizzazione sempre più diffusa del crescente antisemitismo non è normale“. D’altra parte, ha promesso che il governo canadese prende sul serio questa minaccia. “Non c’è responsabilità che io e il mio governo prendiamo più seriamente di quella di mantenere i canadesi al sicuro“.
