Trump rivendica di aver fermato la guerra tra Serbia e Kosovo, accusa Biden e rilancia il suo ruolo nella diplomazia internazionale
Durante la conferenza stampa conclusiva del vertice NATO a L’Aia, Donald Trump ha sostenuto che gli Stati Uniti, sotto la sua amministrazione, avrebbero evitato un conflitto imminente tra Serbia e Kosovo, intervenendo prima che la situazione degenerasse, in quanto, secondo quanto dichiarato, la Serbia stava valutando concretamente la possibilità di riaprire le ostilità, ma grazie a un’azione diplomatica rapida da parte di Washington, la crisi sarebbe rientrata prima di trasformarsi in uno scontro aperto. In quell’occasione, ha anche fatto riferimento al fatto che non avesse voluto esplicitare chi fosse la controparte in causa, pur lasciando intendere chiaramente che si trattasse del Kosovo.
Nel corso dell’intervento, Trump ha citato anche altre aree di instabilità internazionale, come il Congo e il Ruanda, indicando che diversi leader si preparavano a formalizzare nuovi accordi con gli Stati Uniti, alcuni dei quali già siglati nei giorni precedenti; il riferimento alla questione balcanica è stato però particolarmente marcato, con il presidente che ha voluto ricordare i contatti intercorsi tra Washington, Belgrado e Pristina nelle settimane precedenti, definiti come decisivi per contenere una tensione che rischiava di diventare ingestibile.
A suo avviso, nessuno prima di lui aveva ottenuto risultati così rapidi su più fronti geopolitici in contemporanea, e il suo intervento nei Balcani è stato presentato come un’azione preventiva che ha scongiurato un ritorno al conflitto armato.
Anche in una recente intervista televisiva, il tycoon aveva già espresso l’idea che, per il ruolo avuto in contesti come Serbia-Kosovo, India-Pakistan e nell’Africa centrale, avrebbe meritato un riconoscimento come il Premio Nobel per la Pace, sebbene – ha osservato – questi meriti non siano mai stati riconosciuti pubblicamente, un’affermazione che rientra nel suo schema abituale di comunicazione, in cui rivendica i successi ottenuti in campo internazionale come risultati spesso ignorati dai media e dalle istituzioni, ma fondamentali nella stabilizzazione di aree storicamente instabili.
Trump attacca Biden: “Ha messo a rischio il dialogo nei Balcani con decisioni sbagliate”
Nel suo discorso, Trump ha anche lanciato un’accusa diretta all’ex amministrazione guidata da Joe Biden, sostenendo che alcune scelte strategiche – da lui definite poco lungimiranti – avrebbero danneggiato il fragile equilibrio nei Balcani, in quanto, durante il suo primo mandato, ha spiegato, i contatti tra Serbia e Kosovo erano sotto controllo, le tensioni gestite diplomaticamente e le possibilità di un’escalation militare erano state azzerate, ma l’approccio successivo avrebbe reso vani i progressi raggiunti.
Anche sui canali social, il tycoon è tornato più volte sul tema: secondo quanto pubblicato in un post recente, durante il suo primo mandato le due nazioni erano vicine a un conflitto aperto – come lo erano state per decenni – ma l’intervento americano ne aveva bloccato lo sviluppo per poi aggiungere che intende “riparare” i danni arrecati dalla gestione Biden e riprendere quel percorso di mediazione che aveva messo in campo attraverso colloqui diretti e una strategia di pressione calibrata. Ha fatto sapere che, secondo lui, l’interruzione del dialogo è stata causata da decisioni prese con leggerezza e senza una piena comprensione delle dinamiche in corso.
Il dossier balcanico resta aperto anche per le organizzazioni internazionali: sia la NATO che l’Unione Europea hanno continuato, anche se con fatica, a lavorare per evitare che le tensioni si trasformino in qualcosa di più grave e le parole del presidente americano, in questo contesto, intendono riaffermare il ruolo guida degli Stati Uniti, attribuendosi i meriti di una gestione “risolutiva” della crisi. Resta da capire quanto peso avranno queste dichiarazioni nelle prossime dinamiche politiche internazionali, soprattutto se i colloqui tra le parti dovessero riprendere in modo concreto nei prossimi mesi, ma per ora, il suo messaggio è chiaro: senza il suo intervento, la guerra tra Serbia e Kosovo sarebbe stata molto più di un rischio teorico.
