Donald Trump si è detto molto arrabbiato con Putin per i negoziati sulla pace in Ucraina: il tycoon pronto a imporre dazi sul petrolio

Il presidente degli USA Donald Trump negli ultimi due giorni si è lascito andare ad una serie di controverse dichiarazioni a tutto tondo, puntando il dito con il quasi alleato Vladimir Putin, contro l’Iran ed anche contro la Groenlandia promettendo a tutti e tre violente ripercussioni nel caso in cui non facciano esattamente quello che il tycoon vuole: posizioni certamente dure e che in pochissimo tempo hanno fatto il giro del mondo, ma che per ora vanno viste solamente con un tentativo di Trump di piegare i paesi al suo volere sciogliendo tre nodi centrali per la sua amministrazione e che ad ora risultano incagliati in un nulla di fatto.



Partendo dalla prima delle tre dichiarazioni, Trump ieri nel corso di un intervista rilasciata a Nbc News è tornato a parlare della Groenlandia assicurando al giornalista che riuscirà ad annetterne “il 100%” agli USA e che le trattative con il governo danese sul tema stanno procedendo in maniera serrata; tutto prima di sottolineare che riuscì a farlo “senza l’uso della forza militare”, ma di dirsi comunque pronto a “non escludere dal tavolo” l’invasione militare nel caso in cui il quadro lo richiedesse.



Donald Trump arrabbiato con Putin: “Imporrò dazi al petrolio se tarderà ancora la pace in Ucraina”

Oggi, invece, Trump in una telefonata con la giornalista Kristen Walker – sempre tra le forze di NBC News – le ha confidato di essere “molto arrabbiato” con Vladimir Putin per il modo in cui stanno proseguendo le trattative sulla pace in Ucraina.

Al presidente russo il tycoon ha rivolto il chiaro monito che nel caso in cui dovesse pensare che “la Russia e io non riusciremo a raggiungere un accordo”, sarà pronto entro un mese ad imporre “dazi secondari sul petrolio (..) che proviene dalla Russia” vietando di fatto agli acquirenti di “fare affare con gli Stati Uniti”; salvo poi precisare che in ogni caso “ho un ottimo rapporto” con il Cremlino tale da permettere di “dissipare” la sua rabbia nel caso in cui “faccia la cosa giusta”.



Infine, l’ultimo durissimo attacco rivolto in questi giorni da Donald Trump – per la terza volta, in un’intervista alla NBC News – era diretto all’Iran e verteva attorno all’accordo sul nucleare rigettato da Teheran: l’avvertimento è chiaro e parla di una quantità di “bombardamenti (..) mai visti prima” se il governo iraniano non dovesse aprire alle trattative con Washington, mente anche in questo caso il tycoon non esclude di imporre della possibili “tariffe secondarie”.