Trump sembra pronto a inviare i missili Tomahawk a Zelensky: ne parlerà con Putin per offrirgli un'altra possibilità per trattare una pace
In un periodo in cui gli occhi sembrano essere tutti puntati sul Medio Oriente con lo scambio tra prigionieri e ostaggi che è iniziato proprio in queste ore, lo statunitense Trump è richiamato all’attenzione anche da Zelensky che non vuole che il suo conflitto contro la Russia non passi in secondo piano in un momento – a suo avviso – decisivo perché se da un lato il rigido inverno ucraino sta avvicinando, dall’altro a Kiev restano sempre meno munizioni di artiglieria pesante.
Non a caso sono settimane che Zelensky è impegnato in una serie di frequenti bilaterali con i paesi occidentali con la richiesta costante e reiterata che gli vengono forniti i missili Patriot e i Tomahawk: negli ultimi giorni il presidente ucraino ha, infatti, sentito due volte Trump per discutere con lui del futuro sul campo di battaglia ucraino; oltre ad aver telefonato anche al francese Macron per estendere la missione Purl grazie alla quale l’Europa acquista armi dagli USA per fornirle a Kiev.
Trump potrebbe inviare Tomahawk a Zelensky: “Solo nel caso in cui Putin non ponga fine alla guerra”
Proprio dei missili Tomahawk è tornato a parlare in queste concitate ore anche lo stesso Trump che in un punto stampa nello Studio Ovale si è detto pronto a parlare con Putin della possibilità di “inviare i Tomahawk [a Kiev] se questa guerra non si risolve“: si tratta – ha spiegato il tycoon – di armi “incredibili, estremamente offensive” e che potrebbero cambiare la carte in tavola; precisando comunque che “possiamo inviarli, ma possiamo anche non farlo“.

Certo è che secondo il Cremlino il via libera ai missili da parte di Trump potrebbe causare una vera e propria netta rottura nei rapporti diplomatici tra Mosca e Washington, con il rischio che Putin rifiuti qualsiasi futura iniziativa di pace; mentre complessivamente secondo Dmitry Peskov per quanto sia vero che i missili sono “un’arma importante” e potenzialmente in grado di montare ordigni “nucleari”, resta il fatto che “non cambieranno la situazione” sul campo di battaglia.
Altrettanto certo, nel frattempo, che i rapporti tra Trump e Putin – da che sembravano idilliaci e positivi – si starebbero progressivamente congelando: lo statunitense, infatti, sarebbe stanco della dura opposizione del russo a sedersi a un tavolo per le trattative al punto che avrebbe dato il via libera per fornire a Kiev preziose informazioni di intelligence per colpire le infrastrutture energetiche russe su suolo russo; mentre Putin – attraverso i suoi sottoposti – continua a dirsi pronto a qualsiasi trattativa, purché vengano rispettate le sue richieste.
