Colpo di scena (a borse UE chiuse): Trump congela per 90 giorni i dazi reciproci “per negoziare con i vari Paesi”. Restano solo tariffe sulla Cina al 125%
IL COLPO DI SCENA (A BORSE EUROPEE E ASIATICHE CHIUSE): TRUMP SOSPENDE QUASI TUTTI I DAZI RECIPROCI
Era nell’aria da qualche giorno come ipotesi, sempre però smentita dalla Casa Bianca: ora è invece ufficiale il colpo di scena a una settimana esatta dall’annuncio del 2 aprile, il Presidente degli USA Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per sospendere tutti i dazi reciproci globali per 90 giorni. Verso tutti i Paesi, tranne uno, il più importante: «con effetto immediato alla Cina aumentiamo i dazi fino al 125%». Con l’abile mossa, pro-America, di lanciare la notizia-bomba sui dazi congelati a borse europee ed asiatiche sostanzialmente chiuse, il boom di Wall Street si registra subito con un +6,4% immediato per il Dow Jones e lo S&P500 oltre il 7%.
Nella settimana dove la guerra commerciale inaugurata dai dazi reciproci di Trump, contro praticamente tutti i Paesi mondiali, ha acceso un dibattito e uno scontro planetario che ha portato a crolli in Borsa, aumento dei prezzi e incertezza nel mercato commerciale di migliaia di aziende in tutto il mondo: con un effetto clamoroso però dalla Casa Bianca è il comunicato su Truth a lanciare la svolta, con la sospensione di tutti i dazi reciproci per 3 mesi, così da poter negoziare al meglio in maniera bilaterale con tutti i Paesi che hanno manifestato l’interesse di ridurre le barriere commerciali, Europa in testa (grazie anche alla spinta della Presidente Meloni). Servirà capire ora cosa avverrà con i vari controdazi già annunciati, a cominciare dalla Commissione UE che proprio in giornata aveva lasciato aperto le porte per un negoziato, dando il via comunque ad una lista di contro-misure importanti attorno al 25%.
«I Paesi che non hanno fatto misure ritorsive ai dazi Usa saranno ricompensati»: lo ha spiegato il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent, poco dopo la svolta di Trump e dopo che solo ieri il Presidente USA usava toni sferzanti (e volgari) contro i Paesi che facevano la fila per chiamare la Casa Bianca in merito ai negoziati sui dazi. Mantenuta la componente dei dazi al 10%, mentre ad essere sospesa è la tariffa doganale per tutti i Paesi più colpiti in questa settimana: il messaggio – che sbaraglia Borse, mercati e cancellerie mondiali – è chiaro, serve negoziare e per farlo diventa necessario sospendere la guerra commerciale mondiale.
RESTA IN PIEDI (PER ORA) SOLO LA GUERRA COMMERCIALE CON LA CINA
Il discorso fatto da Donald Trump ha un unico, grande, nemico, ed è di sede a Pechino: «al contrario della Cina, quasi tutti i 75 Paesi hanno contattato gli Stati Uniti per negoziare una soluzione sul commercio e sulle barriere». Il Presidente USA, dopo le allerte lanciate su scambi, ordini e acquisti nel medio-lungo termine, fa marcia indietro ma mantenendo il guanto di sfida (anche per non perdere la “faccia” da negoziatore formidabile) contro la Cina.
La pausa di 90 giorni infatti non vale per Pechino, contro cui addirittura sale la misura dei dazi con effetto immediato fino al 125%: l’impressione è che Trump abbia atteso la risposta del regime di Xi Jinping per capire se veniva avviata la fase negoziale. La Repubblica Popolare ha invece sganciato la contro-misura di dazi al 84% contro i prodotti americani, con scenari sempre più incerti sulla guerra commerciale pronta ad essere imbracciata. Resta da capire se la posizione dell’Unione Europa rimarrà “congelata” come per gli altri Paesi, o se varrà quanto scritto dallo stesso Trump «la pausa vale per chi non ha varato contro-misure».
Il “bazooka europeo” ancora non è stato avviato, sebbene i contro-dazi “soft” siano stati oggi approvati con il voto in maggioranza (senza l’Ungheria) del Consiglio UE sul commercio: ora resta da capire cosa avverrà nel braccio di ferro tra Trump e XI, dove probabilmente l’Europa rappresenta un fattore minimale, nonostante sia il primo partner commerciale degli Stati Uniti. Come ha spiegato ancora in serata il ministro dell’Economia USA – che ha lavorato alla mossa show sul congelamento dei dazi nei 90 giorni di colloqui negoziali con i 75 Paesi mondiali – il problema attuale è e resta la Cina, «crea problemi al commercio mondiale».