La panchina di Tudor è già calda, quasi rovente e non certo per le temperature stagionali. Un nome forte circola già nei corridoi de La Continassa.
La Juventus riflette sul futuro della panchina dopo il Mondiale per Club: l’idea che circola tra dirigenza e tifosi è di quelle che fanno tremare l’estate.
L’eliminazione agli ottavi contro il Real Madrid al Mondiale per Club ha lasciato più di qualche scoria dalle parti della Continassa. Una sconfitta che, di per sé, ci può anche stare, visto il valore dell’avversario, ma che ha acceso una serie di campanelli d’allarme.
L’approccio, la tenuta mentale, la gestione dei cambi: sono tutti elementi finiti sotto la lente di ingrandimento. E al centro di tutto, com’è inevitabile che sia, c’è Igor Tudor. Il tecnico croato, chiamato per dare una sterzata dopo una stagione in chiaroscuro, sembra non aver ancora convinto del tutto né la dirigenza né la tifoseria bianconera.
Tudor non sembra convincere
L’impressione è che il margine di fiducia sia sottile, forse troppo. Infatti, mentre ufficialmente si continua a parlare di fiducia e progetto, sotto traccia le voci si moltiplicano. E una di queste, lanciata da Eugenio Ascari, ha il potere di incendiare il clima estivo e di aprire scenari inaspettati. Ascari, procuratore ed esperto di calcio, ha sganciato la bomba nel corso di un’intervista, lasciando intendere che la Juventus potrebbe avere già in mente un nome pesantissimo per un eventuale cambio in corsa. Un profilo che non ha bisogno di presentazioni, che conosce benissimo la Serie A, e che soprattutto ha già dimostrato di saper gestire situazioni complesse.
Il nome è quello di Luciano Spalletti, attuale commissario tecnico della Nazionale italiana ma, secondo alcuni, non troppo convinto di proseguire sulla panchina azzurra dopo l’Europeo. L’idea, per ora solo suggestiva, è che in caso di flop in avvio di stagione o di crollo verticale da parte di Tudor, la Juventus possa provare a convincere Spalletti a tornare in corsa nel mondo dei club. Una pista complicata, certo, ma non impossibile. Anche perché la Juventus, storicamente, non aspetta troppo a lungo quando capisce che qualcosa non funziona.
Spalletti, dal canto suo, è reduce da una serie di esperienze forti: lo scudetto con il Napoli, il richiamo della Nazionale, la gestione di uno spogliatoio spesso in equilibrio precario. È un tecnico che unisce carisma e tattica, durezza e lucidità. E per una Juventus che cerca di tornare protagonista dopo anni di tentativi parziali, potrebbe rappresentare proprio quel profilo da “uomo forte” che oggi sembra mancare.
Però c’è un dettaglio da non trascurare. Il rapporto tra Spalletti e la dirigenza juventina, in passato, non è mai stato realmente esplorato. Non ci sono precedenti, non ci sono segnali ufficiali. Ma si sa, nel calcio – e soprattutto in casa Juve – le cose possono cambiare in un attimo. Se Tudor non dovesse ingranare già nei primi mesi, l’ombra di Spalletti potrebbe diventare sempre più ingombrante. E a quel punto, da suggestione si passerebbe al piano operativo.
Senza ombra di dubbio, siamo ancora nel campo delle ipotesi. Però, quando una voce del genere comincia a girare con insistenza, raramente è frutto del caso. I segnali, a volte, arrivano prima delle notizie ufficiali. E la Juventus, oggi più che mai, sembra pronta a tutto pur di tornare a vincere. Anche a riscrivere la propria panchina a stagione in corso.