Cos'è tumore al pancreas e come si cura la malattia di Eleonora Giorgi: dalla diagnosi alla prognosi, rebus sintomi e terapie
ELEONORA GIORGI E LA BATTAGLIA CON IL TUMORE AL PANCREAS
Per Eleonora Giorgi è cambiato tutto nell’inverno del 2023, quando ha scoperto di avere un tumore al pancreas. Tutto è partito da un colpo di tosse, poi la diagnosi infausta, annunciata a Pomeriggio Cinque da Myrta Merlino. Una malattia scoperta per caso, per la quale si è sottoposta a un intervento chirurgico. Questo ha fatto pensare che non fosse in stato avanzato o addirittura metastatico, visto che nell’80 per cento dei casi alla diagnosi non si può procedere con un’operazione chirurgica, ma poi dopo mesi di cure è arrivata la notizia del peggioramento per le metastasi che si sono sviluppate.
Del resto, la diagnosi è spesso tardiva a causa dei sintomi della malattia, che sono da un lato subdoli e dall’altro confondenti. La battaglia è molto complicata, infatti il tumore al pancreas è chiamato “big killer” tra le neoplasia, perché è una delle più letali, di cui ci sono poche armi davvero efficaci, infatti la previsione è che nel 2030 sarà la seconda causa di morte per cancro.
Lo si evince anche dal fatto che sta crescendo il numero di casi tra persone tra 40-50 anni, con una prevalenza leggermente superiore nelle donne. Altro problema è dettato dal fatto che non si può fare molto a livello di prevenzione, ma ci sono comunque dei fattori di rischio di cui tener conto, come fumo, sovrappeso, stili di vita non corretti.
SINTOMI TUMORE AL PANCREAS E TERAPIE
Il tumore al pancreas è spesso silente, quindi non ci sono sintomi che possano indirizzare facilmente i medici. Nel caso di Eleonora Giorgi, pare che anche la glicemia alta abbia fatto scattare un campanello d’allarme. In generale, si può considerare tale anche l’ittero, quando la pelle assume una colorazione giallastra, un calo del peso non dovuto a una dieta, dolore, astenia e uno scompenso glicemico improvviso o un peggioramento nella gestione della glicemia per chi ha già il diabete.
C’è poi un 10 per cento di casi in cui si riscontrano mutazioni genetiche ereditate dai genitori, quindi la ricerca in tal senso può aiutare, anche perché rispondono meglio alla somministrazioni di terapie con platino e possono aprire le porte a programmi di screening, che non sono consolidati per tale malattia, anche se l’Associazione italiana per lo studio del pancreas (AISP) sta lavorando a uno studio in tal senso.
La prognosi della malattia è severa, motivo per il quale la ricerca si sta muovendo in direzioni diverse, con nuove terapie che però sono sperimentali, quindi in quanto tali dall’efficacia non provata e dai costi elevati, che si affiancano a quelle tradizionali, come chemioterapia e radioterapia, che nel caso di Eleonora Giorgi hanno rimosso il tumore principale, ma non le metastasi.