La Carta di Amalfi contiene proposte che arrivano direttamente dai Comuni e dalle località soggette all'overtourism

Nuovi poteri per fronteggiare la gestione dei flussi turistici, con l’ottimizzazione degli arrivi di veicoli, treni, imbarcazioni, attraverso forme di concertazione con gli enti locali che tengano conto degli spazi disponibili e delle infrastrutture di ricezione effettivamente esistenti; nuovi strumenti per disciplinare l’offerta di posti letto turistici evitandone la concentrazione in zone che dimostrano elevati “indici di turisticità”; una maggiore flessibilità nelle assunzioni di personale a tempo determinato e più in generale di personale per la gestione degli elevati afflussi; una maggiore flessibilità nella fiscalità locale per avere leve finanziarie idonee a gestire le esigenze connesse con i significativi flussi turistici.



E, su tutte, la proposta di istituire Zone turistiche speciali (Zts), caratterizzate da un’affluenza turistica che eccede sistematicamente la capacità ricettiva, infrastrutturale e di ordine pubblico dei territori interessati, impattando sull’equilibrio economico, sociale e ambientale locale. I sindaci dei Comuni situati in queste aree avrebbero così poteri speciali riconosciuti per gestire la circolazione, l’accesso alle zone turistiche e i flussi: potrebbero, ad esempio, limitare l’accesso a certe aree o regolare gli orari di ingresso, con ordinanze motivate e basandosi su dati documentati di pressione turistica.



Sono i punti principali avanzati dalla neonata rete dei venticinque sindaci e amministratori pubblici di località particolarmente soggette al fenomeno dell’overtourism, riuniti ad Amalfi per discutere di ospitalità e residenzialità, fiscalità, mobilità e sicurezza, e spazi pubblici, nel summit nazionale “Destinazioni e comunità per un turismo più sostenibile” promosso dalla Repubblica Marinara insieme alle Città di Arzachena (Porto Cervo), Capri, Cortina d’Ampezzo, Courmayeur, Pinzolo (Madonna di Campiglio) e Polignano a Mare, sotto il patrocinio di Anci Campania.



Un incontro che ha visto la nascita di quella che è già denominata “Carta di Amalfi”, e che ha visto la partecipazione anche dei sindaci di Roccaraso Francesco Di Donato, di Riomaggiore Fabrizia Pecunia, di Taormina Cateno De Luca, di Positano Giuseppe Guida, di Pollica Stefano Pisani, di Champoluc Alex Brunod, di Ravello Paolo Vuilleumier, di Praiano Anna Maria Caso, di Castellabate Marco Rizzo, di Ascea Stefano Sansone, di Ischia Vincenzo Ferrandino.

“In una fase di significativa trasformazione del settore, caratterizzata da una crescente pressione turistica, sia nei grandi che nei piccoli centri – ha detto il sindaco di Napoli e presidente nazionale Anci Gaetano Manfredi -, emerge la necessità di ripensare i meccanismi regolatori esistenti per arrivare ad una proposta unitaria che guardi a tutto il Paese e che tenga conto delle piccole e delle grandi realtà, tenendo insieme crescita economica e vivibilità dei nostri territori”.

Come emerso nel corso del summit, si tratta di sfide che coinvolgono comuni con necessità particolari, accomunati dalle stesse opportunità e criticità. Comuni che, a differenza di tutti gli altri, si trovano a dover gestire picchi di presenze sul territorio significativamente superiori al totale della popolazione residente, con considerevoli impatti sulla comunità, sulla tenuta dei servizi pubblici e delle infrastrutture, nonché sulla sicurezza stessa della destinazione.

“Oggi abbiamo lanciato una promessa a quelli che sono gli interlocutori privilegiati, i sindaci, i veri custodi del territorio che ogni giorno lavorano alacremente – ha aggiunto il presidente della nona Commissione “Turismo” del Senato, Luca De Carlo -. La promessa è audire le proposte che nascono dalla Carta di Amalfi e riuscire poi a tradurle e metterle in pratica. Io credo che questa sia la migliore maniera per gratificare lo straordinario lavoro dei tanti sindaci che vivono sulla propria pelle i problemi, ma che hanno proposte che il governo potrebbe recepire nell’interesse di tutti”.

“Con il ministero del Turismo – ha proseguito De Carlo – abbiamo portato avanti un grandissimo lavoro di promozione, valorizzazione e sviluppo del settore turistico italiano. Certo, sono tante le grandi questioni da affrontare: i salari, la flessibilità, il welfare, la residenzialità. Concordo sul fatto che serva un piano strategico sul turismo, così come su tutti i grandi temi perché per anni si è preferito passare all’incasso elettorale immediato invece che pensare ai benefici sul lungo periodo per i nostri figli e nipoti. Serve disegnare una cornice che ponga gli obiettivi, declinata poi a livello regionale e comunale.

Oggi siamo qua a parlare di turismo sostenibile: dobbiamo parlare di sostenibilità ambientale, certo, ma anche economica e sociale, perché senza queste due gambe il tavolo non sta in piedi. La Carta di Amalfi diventa quindi fondamentale per aiutarci a indicare gli obbiettivi e le strategie: il pragmatismo dei sindaci deve portarci ad indicare quale turismo vogliamo, attuando i sistemi meno impattanti per i nostri territori. Le aree italiane sono paesaggi, saperi e sapori: senza questi, sono una semplice cartolina, e in un’epoca digitale questo è un grandissimo rischio.

La politica e le politiche devono unire, non dividere: anche in questi giorni, nella mia provincia di Belluno, si sono moltiplicate le polemiche sulle Olimpiadi di Milano Cortina, invece di concentrarci sul rinnovamento delle strutture alberghiere o sulle migliorie alle infrastrutture stradali. Dobbiamo mantenere uno sguardo più ampio, puntando al bene futuro delle comunità e superando i confini del nostro piccolo orticello”.

Il sindaco di Courmayeur Roberto Rota ha anche ricordato il problema dell’Imu rispetto alle richieste crescenti di residenza in seconde case come abitazione principale, sottolineando che “il mancato versamento della tassa ha un impatto molto forte sulle casse del Comune. Il punto è la mancanza di chiarezza da parte del legislatore anche a fronte delle ultime indicazioni della Cassazione nel 2023 sulla possibilità che i membri di uno stesso nucleo familiare abbiano residenze in comuni diversi”.

“Noi sindaci – ha detto il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda – di fronte a queste criticità, ci troviamo a combattere spesso con armi spuntate e con limitato potere d’ intervento. Sentiamo fortemente l’esigenza di condividere le nostre esperienze per ottenere nuovi strumenti di gestione dei flussi turistici e dare risposte concrete sia alle comunità residenti sia ai nostri ospiti”.

Altro tema centrale riguarda la gestione dei picchi, per cui è necessario poter incidere sulla redistribuzione dei numeri e un controllo più efficace degli arrivi.

“Non chiediamo misure straordinarie – ha precisato il sindaco di Polignano a Mare Vito Carrieri – ma poteri da attivare in presenza di dati, valori e numeri che compromettono la vivibilità delle nostre destinazioni. Insomma, non un numero chiuso ma la possibilità di adottare provvedimenti a seconda delle varie necessità. Il nostro impegno si focalizzerà sulla tutela dell’autenticità e identità, pilastri fondamentale per il nostro turismo, perché noi non vogliamo combatterlo, ma anzi tutelarlo, prima che i residenti diventino i nostri nemici”.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI