Le statistiche del ministero mostrano un turismo in crescita: stranieri a più 20,63%. A settembre tassi di saturazione alti per le strutture
Per il turismo, è stata la stagione estiva più segnata in assoluto dal valzer dei numeri, interpretati, confutati, sbandierati da tutti, addetti ai lavori e non. Se però ci si attiene all’ufficialità, e non alle soggettive percezioni partigiane, bisogna rifarsi ai dati rilevati dall’Istat. E i dati sono questi: 16,79 milioni di arrivi e oltre 59 milioni di presenze, con una permanenza media per visitatore di circa 3,5 notti. Sono le statistiche del ministero del Turismo, elaborate appunto sui dati Istat, ad indicare quindi che il turismo italiano, a giugno 2025, ha segnato un netto miglioramento sia sul 2024 che sul periodo pre-Covid. Non è tutto. Un segnale forte, che rafforza la progressiva tendenza alla destagionalizzazione, arriva da alcuni giorni di settembre, che registrano un andamento superiore alla media nazionale del trimestre estivo: il fine settimana del 6 settembre e la settimana tra il 15 e il 21 segnano un tasso di saturazione, rispettivamente, pari al 44,65% e al 44,4% (rispetto al 43,5% della media di giugno, luglio e agosto).
Il turismo internazionale ha evidenziato una dinamica molto positiva, con un aumento degli arrivi del +18,34% rispetto a giugno 2019 e del +13,43% rispetto a giugno 2024, e una crescita analoga nelle presenze straniere, del +18,89% sul 2019 e del +20,63% sul 2024.
L’attrattività dell’Italia come destinazione turistica di livello globale viene confermata anche dal gradimento dei viaggiatori: il sentiment di 85,9/100 nel mese di giugno è in leggero aumento sullo scorso anno. In tema di customer satisfaction su tutti i turisti britannici e tedeschi hanno espresso la soddisfazione maggiore.
Anche il traffico aereo consolida il trend positivo, con oltre 22,1 milioni di passeggeri registrati a giugno, performando un incremento del +3,6% rispetto allo stesso mese del 2024. Un elemento di rilievo è la forte incidenza del traffico internazionale, che costituisce il 68% del totale dei passeggeri. L’Italia si conferma leader anche nelle prenotazioni online. Ad agosto 2025, il tasso di saturazione delle piattaforme OTA ha raggiunto il 39,1% (la Spagna si ferma al 33,3%, la Grecia al 31,7% e la rancia al 23%), e a settembre la tendenza continua, con il 38,3% degli alloggi prenotati. Questo andamento dimostra non solo una domanda elevata, ma anche la competitività delle tariffe medie italiane (166,8 euro), che risultano più vantaggiose rispetto ai principali competitor del Mediterraneo, come Spagna (195,4 euro) e Grecia (244,2).
Alcune regioni italiane si distinguono per le ottime performance: in agosto i tassi di saturazione più elevati sulle piattaforme online (OTA) si registrano nelle province autonome di Bolzano (52,43%) e Trento (50,85%), territori che presentano anche le tariffe medie più alte. Altre regioni che superano la media nazionale sono Valle d’Aosta (47,54%), Abruzzo (47,37%), Sardegna (45,65%) e Calabria (45,56%). Mentre, sul fronte tariffario, il Molise si distingue per i prezzi medi più contenuti, pur con un livello di saturazione superiore alla media nazionale, e tariffe relativamente basse si osservano anche in Basilicata e in Umbria.
Da segnalare, poi, la prestazione di alcune Regioni a vocazione montana che, nel mese di settembre, portano avanti il trend positivo del comparto dell’alta quota. Emergono, in primis, Valle d’Aosta (48,05%), Provincia Autonoma di Trento (46,64%), Basilicata (46,59%) e Abruzzo (46,12%).
“L’Italia si conferma non solo un simbolo di bellezza e cultura, ma anche una potente industria turistica in costante crescita, pronta a conquistare nuovi mercati e a rafforzare la sua posizione di leader nel settore – dice il ministro del Turismo Daniela Santanchè –. Ci prepariamo quindi al meglio per il più grande evento al mondo sul turismo, il Global Summit del WTTC, che si terrà a Roma dal 28 al 30 settembre. Sarà l’occasione anche per fare il punto sull’andamento del settore ed evidenziare l’importanza di andare oltre la logica del mero numero di presenze – conclude il ministro –, perché ciò che conta è quante risorse economiche vengono generate per i territori, favorire un turismo sostenibile e di qualità, e dare sempre maggiore stabilità e crescita ai lavoratori del comparto”.
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