Al di là delle polemiche politiche, i numeri parlano di un aumento delle presenze turistiche in Italia anche ad agosto
Viviamo in un Paese manicheo: o tutto bianco o tutto nero, per qualsiasi cosa e per qualsiasi argomento. Alla voce “turismo” quest’estate stiamo assistendo all’estremizzazione di pensieri e parole, al di là dell’attendibilità dei dati che da ogni dove ci si perita di esternare, i tanti “polsi”soggettivi amplificati da social e media in cerca di sensazioni alternative a quelle veicolate dalle news dai fronti di guerra.
Ricordate Giorgio Gaber quando nel ’94 recitava “fare il bagno nella vasca è di destra, fare la doccia è di sinistra”, o “i blue jeans sono di sinistra, ma portati con la giacca sono di destra”? Oggi dire che il turismo è in crisi è di sinistra, al contrario dire che è in crescita è di destra, e non sono aberrazioni, ma la posizione esatta assunta dalla classe politica.
La sinistra fa opposizione, sempre e comunque, e prende spunto dalle considerazioni di alcuni operatori (ombrelloni chiusi, presenze in calo sulle spiagge) per tacciare il turismo italiano di crisi per colpa del Governo, che in sostanza non riuscirebbe ad aumentare i soldi in tasca degli italiani. La destra risponde accusando la faziosità delle accuse, e la loro sostanziale falsità. Lo fa rimandando ai dati assunti dalla banca dati “Alloggiati web”, il portale che raggruppa i dati delle persone alloggiate in ogni struttura ricettiva (alberghi e non), che devono essere comunicati entro le 24 ore dal loro arrivo alle Questure territorialmente competenti.
E dunque, secondo questa fonte oggettiva e legalmente attendibile, risulta che anche per il mese di agosto si registra “una forte crescita di turisti nelle strutture ricettive del Belpaese”. A giugno gli arrivi sono stati 21.680.741 contro i 19.660.297 del 2024 (+10,2%). A luglio sono stati 23.997.082 a fronte dei 22.951.500 dell’anno scorso (+4,5%). Nei soli primi 11 giorni di questo mese – senza conteggiare il weekend di Ferragosto – si sono toccati i 7.944.284 turisti registrati, in crescita del 13,1% rispetto ai 7.021.408 dell’analogo periodo del 2024.
Dunque non risulta ombra di crisi. Come certifica anche il ministero del Turismo, con alcune specifiche: la distribuzione dei flussi si sta diversificando. Dopo tante esortazioni alla destagionalizzazione, finalmente la stagione estiva sembra non essere più solo agosto, ma va da giugno asettembre (mese sempre più scelto, con vistose appendici anche in ottobre), e la meta prescelta non è più solo mare, ma si registrano alti livelli di vendite anticipate anche per montagna (76,6%), città d’arte (71,9%) e aree interne (75,5%) e mete “non esattamente canoniche”.
Inoltre, i primi due mesi estivi – sempre secondo dati del MiTur – hanno visto l’Italia al top del mercato turistico mediterraneo, sia per tasso di saturazione delle OTA che per competitività dei prezzi, con un 48% di saturazione per giugno e oltre il 43% a luglio, da un lato, e una tariffa media più bassa rispetto a competitor di primissimo livello come Grecia e Spagna, dall’altro.
Un quadro tutt’altro che di crisi, insomma, confermato anche da Cna Turismo che per le previsioni tra l’11 e il 18 agosto parla di un giro di affari di 5 miliardi di euro per più di 15 milioni di pernottamenti (con oltre 5 milioni di turisti). Ancora più ottimista Confcooperative, che stima in 17 miliardi la spesa complessiva per le vacanze estive, con 16 milioni di italiani in viaggio per Ferragosto. E le spiagge? Per Sib, il sindacato italiano dei balneari, Ferragosto è già da adesso sold out nella maggior parte degli stabilimenti.
Tutto bene? In realtà, resta qualche zona d’ombra: è vero che gli arrivi aumentano, ma le presenze flettono. Sembra un controsenso, ma è solo il riflesso delle nuove abitudini, che vogliono più partenze ma soggiorni più brevi, in un arco di tempo più spalmato, e verso mete alternative alla stessa spiaggia stesso mare. Tutti motivi per rimandare saggiamente a fine anno il computo definitivo della stagione e dell’annata turistica, possibilmente senza gli arroccamenti a destra o sinistra di questi giorni.
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