Sabato alla Scala si terrà la Cenerentola di Rossini, un’opera che può dire molto all’Europa di oggi, dove la smania di potere allontana dalla pace

Sabato 6 settembre andrà in scena al Teatro alla Scala la prima dell’opera di Gioacchino Rossini Cenerentola. La prima rappresentazione dell’opera risale al 1817 e fu presentata dal maestro con il significativo sottotitolo di Il trionfo della bontà. Rossini rivisita la fiaba di Perrault in un periodo, dopo la scomparsa di Napoleone che aveva dissipato ingenti risorse anche umane, in cui l’Europa era dilaniata dai contrasti fra chi aveva sostenuto l’imperatore dei francesi e chi gli era stato contro.



Mentre da una parte si organizzava la cosiddetta restaurazione e da un’altra si preparavano le future rivoluzioni, c’era anche chi credeva in una possibilità di riconciliazione che escludesse dannose vendette.

Così l’opera nella versione di Rossini si conclude non solo con il trionfo della giustizia, ma addirittura con quello della bontà. Angelina-Cenerentola andando in sposa al suo principe don Ramiro perdona le sorellastre e soprattutto il padre, che ha sperperato l’eredità della figlia avuta dalla prima moglie per far vivere nel lusso le sorelle.



In tutta l’opera aleggia la figura di Alidoro, precettore di don Ramiro, che in Rossini prende il posto della fatina di Perrault. Costui, attraverso un astuto lavoro che potremmo definire diplomatico, permette di arrivare al lieto fine.

Senza voler forzare a tutti i costi il significato dell’opera, mi pare che la si possa anche intendere come un’allegoria della situazione dell’Europa di oggi. Anche in questo momento l’Europa, come allora, è divisa e tanti, come le sorelle di Cenerentola, fanno di tutto per mettersi in mostra e ottenere il potere. Per questo non ci si preoccupa di appropriarsi dei beni altrui e soprattutto di mettere in crisi l’unità della famiglia europea.



Papa Leone XIV saluta con un sorriso (Foto: ANSA)

Anche oggi, più che mai, c’è bisogno di un Alidoro che con saggezza, ma anche con una buona dose di fantasia, riporti tutti davanti alla realtà. Ma anche questo non basterebbe a ricostituire l’unità della famiglia senza la bontà di Angelina-Cenerentola e il suo perdono.

Certo, lei ormai è la sposa del principe e, secondo qualcuno, non le sarebbe difficile perdonare dall’alto della sua posizione. Vero: ma la sua felicità non potrebbe essere piena senza la riconciliazione con il padre e quindi anche con le sorellastre.

Rossini, certo, non poteva neanche lontanamente immaginare la situazione dell’Europa di oggi, ma sappiamo che anche nelle sue opere cosiddette “giocose” intendeva sempre mettere in guardia nei confronti dei nostri difetti.

Per ora accontentiamoci di godere dell’opera in attesa di un precettore come Alidoro che ci aiuti a uscire dalla nostra situazione.

E se questo Alidoro si trovasse non lontano dal Teatro Valle, a Roma, dove per la prima volta fu eseguita l’opera?

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