Trump aiuterà Kiev fino a che non metterà a tacere l'opposizione interna repubblicana ispirata dai neocon. Ora la pace in ucraina è impossibile

Altro che negoziato, prepariamoci a una guerra lunga, nella quale gli obiettivi, checché ne dica Trump, sono ancora quelli di logoramento della Russia che erano stati indicati dall’amministrazione Biden. Gli USA, osserva Fabio Mini, generale già capo di stato maggiore della NATO per il Sud Europa e comandante delle operazioni di pace della NATO in Kosovo, molto probabilmente continueranno a sostenere militarmente l’Ucraina. Per abbandonare ucraini (ed europei) a loro stessi nella guerra alla Russia, Trump deve prima vincere lo scontro interno con quella parte dei repubblicani, di stampo neocon, che vedono ancora Putin come un nemico nei confronti del quale bisogna aumentare le sanzioni. Solo allora il presidente statunitense potrebbe “staccare la spina”, bloccando gli aiuti militari all’Ucraina e rendendo impossibile la prosecuzione del conflitto da parte di Kiev.



Trump dice che non vede imminente un accordo fra Russia e Ucraina, accusando i due Paesi di litigare “come bambini”, e Tajani che non ci sarà una tregua almeno fino a fine anno. Ma chi sosterrà l’esercito di Kiev fino ad allora?

Il conflitto non finirà a breve. La Russia, secondo me, ha già deciso di passare alla guerra “contro il terrorismo”, contro chi attacca il suo territorio, e non vedo una possibilità di tregua entro quest’anno. Non ci sono le premesse. Neanche per una spallata da parte del Cremlino che porti alla capitolazione militare dell’Ucraina, a meno che non finiscano gli aiuti. Se succede, tutto si risolve nel giro di dieci minuti. In quel caso, Kiev dovrà veramente ridursi ad azioni in stile terroristico anche contro l’occupazione russa.



Vuol dire che Trump continuerà a sostenere militarmente l’Ucraina?

Forse rallenterà il sostegno o sposterà una parte delle truppe, ma non credo possa bloccare completamente gli aiuti. Non perché non ne abbia l’intenzione, ma perché c’è una fronda nel GOP che vuole continuare la guerra e aumentare le sanzioni non solo contro la Russia, ma contro tutti quelli che trafficano con Mosca. Se Trump riesce a bypassare questa parte dei repubblicani, allora potrà porre fine anche al conflitto in Ucraina. Kiev può sperare solo negli americani, perché gli aiuti degli europei sono chiacchiere: il riarmo serve solo alla loro industria. La guerra in Ucraina e la Russia come minaccia sono una scusa per fare altro.



Cioè?

Trump vorrebbe togliersi di mezzo e fare in modo che l’Europa compri armi americane da dare all’Ucraina. Ma credo che gli europei useranno i soldi stanziati per il riarmo per dare impulso alle loro aziende, per fare i loro interessi. Quello della UE è un obiettivo economico. Se si procede con l’idea di preparare la guerra con la Russia per il 2027-2029, bisognerà arrivare a una produzione in grado di sostenere un eventuale conflitto. Bisognerà rimettere in piedi le fabbriche, l’industria bellica.

I russi sono arrivati a usare più di 400 fra droni e missili in una notte e diversi analisti dicono che sono in grado di arrivare a mille. Continuare a combattere per loro non è un problema da questo punto di vista?

L’Ucraina vanta una produzione enorme di droni, diffusa in tutto il Paese, ma è la fotocopia di ciò che la Russia ha già. In più, Mosca ha fornitori esterni come l’Iran. Non ho sentito di droni iraniani usati da Hezbollah, tutti quelli che Teheran fabbrica li dà ai russi. Poi c’è la Cina. Secondo l’analista Alexander Mercuris, c’è un conglomerato cinese, composto da due fabbriche, in cui si riescono a produrre 10.000 missili alla settimana. Non parliamo poi dei droni, dove i cinesi sono all’avanguardia: stanno realizzando anche l’automobile drone, un veicolo con quattro rotori che può volare.

Realisticamente, l’Occidente si sta condannando a una guerra che molto difficilmente riuscirà a vincere?

Christopher Cavoli, il generale comandante supremo per l’Europa della NATO, l’ha detto e scritto, ipotizzando 15 anni di guerra di logoramento contro i russi. I piani ci sono già e sono stati coordinati con i governi di tutta la fascia intorno all’Ucraina: in termini militari, una visione realistica. L’obiettivo è combattere la Russia per depotenziarla, come diceva il segretario alla Difesa Austin nell’amministrazione Biden.

Trump, quindi, indipendentemente dalle sue dichiarazioni, non si è ancora liberato degli obiettivi indicati da Biden?

Trump deve fare i conti con il Deep State interno, la parte militare che non ha cambiato. Ha nominato un nuovo segretario alla Difesa, ma c’è una legge (fatta da Rubio) che impedisce al presidente degli Stati Uniti di uscire dalla NATO, fatta apposta perché in campagna elettorale l’allora candidato repubblicano aveva paventato la possibilità che gli USA lasciassero l’Alleanza Atlantica.

La NATO come affronterà adesso il dossier Ucraina?

Dipende da quello che diranno gli USA. E lì, appunto, è fondamentale la battaglia che Trump combatterà contro i senatori repubblicani alla Lindsey Graham, che chiedono un giro di vite contro la Russia. Se il presidente americano si piegherà ai neocon, la guerra proseguirà, altrimenti potrebbe usare il suo potere per smettere di dare armi all’Ucraina.

(Paolo Rossetti)

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI