Operazione Web contro le basi in Siberia incendiano la vigilia dei negoziati di pace Ucraina-Russia: bombardieri distrutti e flotta colpita, cos'è successo
L’OPERAZIONE “WEB” CONTRO LA RUSSIA IN 24 ORE: DOPO I PONTI CROLLATI ANCHE FERROVIE E AEREI DISTRUTTI
La chiamano “Operazione Web” e si tratta senza dubbio della più grande offensiva dell’Ucraina contro la Federazione di Russia dall’inizio della guerra nel Donbass fino ad oggi: non solo i ponti ferroviari crollati al confine con il territorio ucraino, ma anche ferrovie, strade e soprattutto almeno 40 bombardieri russi nella base della Siberia orientale. Dopo il via libera delle armi a lungo raggio distribuite nei mesi scorsi dagli alleati occidentali al Governo Zelensky, il maxi attacco andato in scena tra il 31 maggio e l’1 giugno 2025 arriva (probabilmente non a caso) alla vigilia dei colloqui di pace confermati domani a Istanbul tra delegazioni di Ucraina e Russia.
4 in tutto le basi colpite, 40 gli aerei distrutti e compromessa parte della “triade nucleare” in forza a Mosca: stando a queste indicazioni date dall’intelligence ucraina – in attesa di un commento ufficiale dal Cremlino – l’attacco contro le basi strategiche del nemico potrebbero portare ad un cambio di registro e di approccio dello stesso Putin, proprio a ridosso dei possibili negoziati sempre più intricati a livello diplomatico. Il Presidente USA Trump sarebbe stato informato in anticipo dell’attacco che potrebbe aver inflitto circa 2 miliardi di dollari in danni all’aeronautica della Russia.
Il condizionale resta d’obbligo anche perché Mosca ufficialmente non ha commentato l’operazione “Web”, con stime in corso sugli effettivi danni inferti da droni che sarebbero stati pianificati da oltre un anno e mezzo: al momento, secondo le fonti recuperate in nostro possesso su Telegram, sarebbero in tutto 40 i bombardieri danneggiati e distrutti, in particolare 3 bombardieri strategici Tu-95M, 2 Tu-22M3 e un velivolo di trasporto militare An-12. Flotta compromessa a livello globale per la Russia, così come i due ponti ferroviari fatti esplodere nella regione di Bryansk hanno provocato morti e feriti tra i due convogli merci e passeggeri che stavano transitando.
VIGILIA INFUOCATA PER I COLLLOQUI DI PACE A ISTANBUL: COSA PUÒ SUCCEDERE ORA
Oltre alle immagini che stanno emergendo dal web sui droni “kamikaze” lanciati dall’esercito ucraino contro le basi russe per far saltare in aria parte della flotta aerea, è la tempistica del maxi attacco ordinato da Kiev contro Mosca che rende ancora più incandescente un teatro di guerra che fino a qualche giorno fa vedeva Putin ancora una volta rifiutare un accordo diretto per trenta giorni di tregua proposti dagli Stati Uniti. Domani in Turchia si terranno colloqui diretti tra la delegazione Ucraina e quella della Russia, alla presenza di alcuni Ministri (anche se non di “peso” come ci si auspicava alla vigilia).
Gli attacchi coi droni da Mosca verso il Donbass, che seguono quelli potenti contro la capitale Kiev della scorsa settimana, sono stati “vendicati” dall’operazione Web che ha colpito pesantemente la flotta russa: le conseguenze potrebbero essere impegnative visto che il sospetto di un fallimento ulteriore dei negoziati, a questo punto, è molto alto. Erdogan chiede che le delegazioni domani a Istanbul siano solide e con capacità di mediazione, ma l’assenza dei Ministri degli Esteri – come ovviamente dei Presidenti Putin e Zelensky – l’indomani di un attacco come quello contro le regioni siberiane, fa temere che le intenzioni di una tregua siano ancora ben lontane dall’effettiva realtà.