L'Ucraina attacca nel Baltico il più grande porto russo per carico di petrolio. E se pensasse a Kaliningrad? Anche l'Europa scherza con il fuoco
Attacco a Primorsk, il più grande porto russo per il carico di petrolio, nel Mar Baltico. Un blitz in grande stile nel quale gli ucraini avrebbero usato 200 e più droni. Di per sé è uno dei tanti attacchi condotti da Kiev contro raffinerie e depositi di petrolio russi, ma qui sono state colpite navi e stazioni di pompaggio sul Baltico, un mare su cui, oltre alla Russia, si affacciano anche diversi Paesi europei (e NATO).
Un’azione pericolosa, spiega Giorgio Battisti, generale già comandante del Corpo d’armata di reazione rapida (NRDC-ITA) della NATO in Italia e capo di stato maggiore della missione ISAF in Afghanistan, anche per questo. Lo sarebbe ancora di più se ci fosse l’intenzione di colpire pure Kaliningrad, enclave russa sullo stesso mare, dove il Cremlino ha parte della sua flotta.
Forse non c’è un vero pericolo di allargamento della guerra, di certo però ci sono proposte e ipotesi, sostenute da politici e funzionari, che se applicate peggiorerebbero la situazione tra russi ed europei. E allora la situazione potrebbe sfuggire di mano.
Gli ucraini colpiscono con oltre 200 droni il più grande porto petrolifero russo sul Baltico. Qual è lo scopo dell’attacco e cosa ci racconta sull’andamento della guerra?
È stato un attacco inaspettato, anche per il numero di droni che sono stati utilizzati. In questi mesi gli ucraini hanno colpito sistematicamente le raffinerie russe e i depositi di carburante per ridurre le capacità produttive di combustibili fossili da parte di Mosca. Si tratta degli stessi prodotti che poi vengono venduti alla Cina e all’India. Nelle settimane scorse i russi avrebbero addirittura sospeso temporaneamente l’invio del petrolio all’estero: secondo fonti internazionali la loro capacità produttiva sarebbe stata ridotta del 23%.
Questo non è un attacco qualunque, anche perché è stato colpito un obiettivo nel Baltico. La guerra si avvicina sempre di più all’Europa?
Nel Baltico ci sono i porti russi, l’enclave di Kaliningrad. Teniamo conto che nelle ultime settimane i russi hanno lanciato attacchi massicci utilizzando anche più di 800 droni a notte. L’Ucraina si trova in difficoltà a contenere questa offensiva aerea e quella che si svolge sulla linea di contatto, così ha pensato di diversificare gli obiettivi, probabilmente per cogliere di sorpresa la difesa nemica, orientata principalmente sulla parte continentale della Russia.
Ora cosa succederà?
Non mi meraviglierei se ci fosse una ritorsione russa. E non vorrei che si pensasse a un attacco ucraino proprio a Kaliningrad: questo sì potrebbe essere la scintilla per un’escalation della guerra.
L’inviato di Trump, Keith Kellogg, ha incontrato Zelensky e, nel frattempo, Trump ha dichiarato per l’ennesima volta che sta perdendo la pazienza con Putin. Qual è, ammesso che ce l’abbiano, la strategia degli americani?
Trump, dopo Anchorage, sperava in un incontro Putin-Zelensky, magari anche un trilaterale, ma non è successo niente di questo genere. Vorrebbe fare il pacificatore ma non riesce. Si trova in imbarazzo. E allora un giorno sì e un no dichiara che è molto scontento del comportamento della Russia. Allo stesso tempo, però, si scopre che, in occasione del compleanno del presidente della Bielorussia, Lukashenko, completamente allineato sulle posizioni russe, gli ha mandato gli auguri di compleanno, regalandogli dei gemelli d’oro. Ha anche intenzione di togliere delle sanzioni alla compagnia aerea bielorussa. Forse spera di indurre a più miti consigli Putin attraverso lo stesso Lukashenko.
L’attacco ucraino sul Baltico potrebbe essere l’ennesimo tentativo di Zelensky di coinvolgere nella guerra qualche Paese NATO, portando, appunto, il conflitto dentro l’Europa?
Zelensky ha sempre desiderato di avere la NATO al suo fianco a combattere. Il Baltico è considerato dalla Russia una sorta di mare interno e qui ha una parte della sua flotta. Può darsi che il presidente ucraino cerchi ancora di forzare la mano: se colpisse Kaliningrad, dove c’è una forte concentrazione anche missilistica russa, questo potrebbe scatenare una reazione ancora più imprevedibile da parte del Cremlino.
Peskov ha dichiarato che i canali di comunicazione fra ucraini e russi restano aperti, ma che ormai in pratica non vengono utilizzati. Ormai si pensa solo alla guerra? E dopo i droni russi in Polonia corriamo davvero il rischio che il conflitto arrivi in Europa?
La NATO ha reagito alla presenza dei droni sul territorio di un Paese membro. Ritengo che per ora non ci sia il pericolo di una estensione della guerra. In questi giorni, però, è circolata sui media internazionali l’idea del presidente della commissione Difesa del Bundestag di colpire i droni russi sul territorio ucraino e prendere di mira le fabbriche russe che li producono. Questo sì che potrebbe provocare un’escalation.
In Europa si scherza con il fuoco?
Nessuno immagina una guerra di Paesi europei con la Russia, però bisogna stare attenti. Ho sentito che il premier spagnolo Sánchez si è rammaricato di non avere un’arma nucleare, di non avere i mezzi per fermare l’offensiva israeliana in Medio Oriente. Mi sembra che la gente stia impazzendo. Non so se i politici si rendono conto delle loro affermazioni.
(Paolo Rossetti)
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