Il conflitto tra Israele e Hamas continua incessantemente a mietere vittime, che tra bombardamenti e rapimenti finiscono quasi inevitabilmente per essere civili. Da parte israeliana le vittime stimate sono oltre 1.300 anche se ogni conteggi per ora potrebbe essere piuttosto sottostimato, mentre il presidente Natanyahu, parlando ieri con Biden, ha detto che si tratta della “peggiore delle tragedie dall’Olocausto. Hanno preso dozzine di bambini, li hanno legati, bruciati e uccisi”.
Israele, nel tentativo di eradicare definitivamente Hamas, sta valutando un intervento di terra con l’esercito dentro alla striscia di Gaza, anche se si teme che questo potrebbe spingere Hezbollah ad intervenire dal lato dei terroristi palestinesi. I leader internazionali, invece, condannando fermamente gli attacchi da parte dei terroristi, si sono schierati dal lato dei palestinesi, senza però attivare quell’ampia macchina di aiuti umanitari e militari che è stata garantita all’Ucraina dopo l’aggressione da parte della Russia. Va anche detto, però, che la guerra tra Israele e Hamas è solamente all’inizio e per ora piuttosto limitata dal punto di vista militare, mentre a livello numerico e di qualità degli equipaggiamenti l’esercito israeliano è molto avvantaggiato sia rispetto all’avversario, che all’Ucraina supportata dall’Occidente.
Yossi Klein Halevi: “L’UE deve aiutare Israele contro Hamas”
Parlando della guerra tra Hamas e Israele, lo scrittore ed intellettuale Yossi Klein Halevi ha spiegato al Foglio che “siamo forti, molto forti, e vinceremo. L’unica questione è il prezzo da pagare, ma vinceremo”. Parlando, invece, della reazione dell’occidente alla guerra, ha sottolineato che il supporto è necessario, perché “non abbiamo bisogno della simpatia del mondo solo quando i corpi violati dei nostri famigliari e amici vengono mostrati alla folla esultante a Gaza. Abbiamo bisogno di quella simpatia quando attacchiamo coloro che hanno commesso queste atrocità”.
Halevi, infatti, ritiene che sulla guerra tra Israele e Hamas ci sia, da parte degli attori mondiali, “troppo sentimentalismo. Quando gli ebrei sono vittime vediamo il sostegno dell’Europa. Ma non mi piace essere sostenuto quando noi ebrei siamo annichiliti. Troppo facile. Voglio il sostegno dell’Europa ora che dobbiamo rispondere”, ma non vorrà neppure sentire critiche quando si conteranno i morti civili a Gaza, perché “il nostro diritto di esistere comporta un costo. I terroristi hanno invaso le nostre città e villaggi”. Passando, poi, a parlare strettamente della guerra tra Israele e Hamas, sostiene che “non abbiamo mai visto niente come il 7 ottobre: massacri di massa che psicologicamente ci riportano al passato” e che avranno “un impatto profondo” mentre “la sconfitta inflitta dagli oppositori ha profonde implicazioni strategiche, incoraggiando altri nemici ai suoi confini. In Israele, nessuna profondità strategica separa il fronte interno dalle minacce di genocidio”.