Secondo Putin, la scelta dell'UE di rinunciare ai fertilizzanti russi sarebbe stupida: sarebbero i cittadini europei a pagarne le maggiori conseguenze
Mentre la guerra in Ucraina non accenna a procedere verso una reale risoluzione pacifica, l’UE sembra essere intenzionata a tirare dritto sulle nuove sanzioni contro Mosca puntando i riflettori sui fertilizzanti russi e sul gas già fortemente limitata in occasione dello scoppio della guerra e delle prime ritorsioni da parte di Putin per l’imposizione degli ormai noti pacchetti sanzionatori: questi argomenti sono finiti al centro di un dialogo odierno tra il presidente russo e presidente dell’Associazione dei produttori di fertilizzanti, Andrej Guryev.
Prima di arrivare all’incontro tra Putin e Guryev, è utile ricordare che l’Unione Europea lo scorso primo luglio ha deciso di aumentare i dazi sui fertilizzanti russi aggiungendo alla tassa generalizzata del 6,5 per cento, anche un’ulteriore tariffa pari a 40 euro per tonnellata importata di fertilizzanti azotati e di 45 euro per quelli misti: tariffe speciali che aumenteranno ulteriormente man mano che la guerra in Ucraina continuerà, arrivando nel 2028 alle cifre – rispettivamente – di 315 e 430 euro.
Al contempo, oltre ai fertilizzanti russi resta fermo l’obbiettivo dell’Unione Europea di dire completamente addio alle forniture di gas da parte del Cremlino, già fortemente limitata dopo la crisi che abbiamo attraversato un paio di anni fa, ma mai veramente ridotte a zero; il tutto fermo restando che dal punto di vista del combustibile, i 27 si trovano anche al centro delle pressioni di Trump che vorrebbe vedere il – costosissimo – GNL statunitense come primo per forniture nel Vecchio continenete.
Putin: “La scelta dell’UE di ridurre gli acquisti di fertilizzanti russi sarebbe stupida e dannosa per i cittadini europei”
Tornando a noi, durante l’incontro tra Vladimir Putin e Andrej Guryev, l’inquilino del Cremlino – citato dall’emittente statale Ria Novosti – avrebbe definito senza mezzi termini “stupida” la decisione dell’UE di imporre dazi così elevati ai fertilizzanti russi, sia “dal punto di vista economico”, sia da quello degli effettivi danni che potrebbero essere arrecati “alla nostra agricoltura” con i contraccolpi che finiranno per ricadere esclusivamente – a suo avviso – sulle tasche dei consumatori europei.

Guryev, infatti, avrebbe fatto presente che attualmente i 27 importano circa 5,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti russi (sul totale di 17 milioni a livello globale), con una quota che solamente ad aprile ha rappresentato il 27% delle forniture estere europee; mentre pur a fronte degli aumenti tariffari, il Cremlino resterà il player più economico sul mercato: il Marocco, infatti, vende i suoi fertilizzanti misti a 578 euro a tonnellata rispetto ai 489 russi; mentre l’Egitto vende le controparti azotate a 394 euro, rispetto ai 373 russi.
Se gli aumenti dei dazi ai fertilizzanti russi restassero operativi – stimano Putin e Guryev -, l’UE si troverebbe a pagare 9,1 milioni di euro in più all’anno per gli azotati e 4,9 milioni per i misti; mentre al contempo l’effetto per il Cremlino sarebbe del tutto esiguo visto dei 27 solamente la Polonia è tra i primi 10 acquirenti di fertilizzanti russi, con una quota – tuttavia – di nove volte inferiore rispetto al Brasile, primo acquirente per Mosca.
Nel capitolo dedicato al gas – affrontato dai due dopo quello sui fertilizzanti russi -, Vladimir Putin (citato questa volta dall’agenzia, sempre statale, Tass) ha notato che l’obiettivo di ridurre a zero le forniture comporterebbe “una serie di conseguenze negative” per l’Unione Europea, già duramente colpita all’inizio del conflitto contro l’Ucraina e oggi costretta a pagare costi di gran lunga superiori su mercati secondari.
