Il 14 aprile di quest’anno celebreremo la ricorrenza dell’Ultima Cena di Gesù. Il periodo è quello che ci avvicina progressivamente alla Santa Pasqua di Resurrezione, un momento ricco di avvenimenti da ricordare perché la Resurrezione di Gesù Cristo è l’ultimo atto, quello supremo, di un lungo cammino nel quale dolore, fiducia, fede e salvezza sono i momenti più intensi di questo grande evento per l’Umanità e l’Ultima Cena rappresenta il momento precedente, l’ultimo simposio nel quale Cristo e i suoi apostoli sono stati tutti assieme prima della cattura del Redentore e la successiva condanna alla Crocifissione.
Durante il Simposio Cristo si trova già da giorni con i suoi apostoli in Gerusalemme; siamo nel periodo della Pasqua ebraica e dopo essere stato accolto festoso dalla folla, sventolando assieme rametti d’ulivo che simboleggiano la pace e la ricongiunzione tra Cielo e Terra (la simbologia deriva dall’arrivo della Colomba santa a Noè in occasione della fine del Diluvio Universale e l’uccello nel becco portava un rametto d’ulivo che consegnò al Patriarca come testimonianza della ripresa della vita sulla Terra). La cena si svolse probabilmente nella casa di un fedele simpatizzante di Cristo, alcuni teologi ipotizzano potesse trattarsi del padre dell’evangelista Marco, luogo nel quale Gesù si ritrovò con gli apostoli dopo avere chiesto alcuni giorni di solitudine per pregare il suo Padre e contemplare gli eventi con distacco.
Ultima Cena di Gesù, il Pane e il Vino
Come è rappresentato da uno dei dipinti più celebri dell’Arte universale, ‘Il Cenacolo’ di Leonardo da Vinci, probabilmente nell’Ultima Cena Gesù prese posto centrale tra gli apostoli e in quella cena di commiato (il redentore era conscio che la sua ora sarebbe presto giunta) si svolse il rito della Comunione, dogma fondamentale durante il quale Gesù spezza il pane e versa il vino nel calice come allegoria del suo Corpo e del suo Sangue, indirettamente, per motivi legati alla Santissima Trinità, la Comunione dell’Uomo con Dio, il Figlio e lo Spirito Santo, uno dei Comandamenti più alti di tutta la Cristianità. Dopo avere spezzato il Pane e versato il Vino, due alimenti comuni scelti da Cristo affinché anche in futuro potessero essere per tutti, senza discriminazioni sociali, simboli di Comunione, di carne e di sangue divini, Cristo rivelò le sue profezie che si sarebbero compiute proprio in quella notte di mistero e rivelazioni.
Gesù profetizzò il tradimento da parte di uno degli apostoli, l’essere rinnegato da Pietro davanti ai soldati romani e i rappresentanti dei sacerdoti della sinagoga, una rivelazione che scioccò tutti quanti i dodici apostoli lasciando Pietro, il più rappresentativo dei fedeli discepoli, incredulo di fronte a questi vaticini oramai prossimi.
Dopo la Cena…
Terminata la cena Gesù si reca nell’orto di Getsemani, un uliveto posto sul Monte degli Ulivi, poco fuori Gerusalemme, per rimanere in meditazione assieme agli Apostoli e lì si avverarono le sue profezie rivelate durante la Cena. ‘Uno di voi mi tradirà’, predisse e Giuda Iscariota con un bacio mostrò ai soldati chi fosse il Rabbi, il Maestro, in cambio dei fatidici trenta denari. La punizione del gesto accadde anch’essa durante quella notte: Giuda non resse la vergogna di avere tradito il suo Maestro e s’impiccò proprio nell’uliveto di Getsemani. ‘Pietro, mi rinnegherai tre volte e ogni volta canterà il gallo’ e avvenne proprio che, riconosciuto come adepto del Messia da membri del popolo, Pietro rinnegò la sua Fede in Gesù dicendo che non era la persona che essi cercavano.
L’Ultima Cena è rivelazione ed eucaristia, il momento più alto forse, assieme alla resurrezione, del periodo della Pasqua e nella notte di giovedì la comunità cattolica si ritira in Chiesa per celebrare quel ricordo con il lavaggio dei piedi da parte del celebrante, un atto di umiltà che o stesso Cristo compì nei confronti degli apostoli prima della cena, per poi ricordare quanto sia alto il valore dell’Eucaristia, della Comunione con il corpo e il sangue di Cristo, durante la Santa Messa.
Gli altri Beati di oggi
Nella stessa giornata, ricordiamo anche: Santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, Martiri di Roma; Santa Liduina, Vergine; San Benedetto di Hermillon, Pastore.