Non è ancora possibile stabilire se il lockdown per la pandemia Covid porterà ad un aumento della natalità, ma una cosa è certa: negli Stati Uniti il desiderio di metter su famiglia o allargarla è aumentato. Lo dimostra, ad esempio, la crescente richiesta per la procreazione assistita, che ha causato una carenza di sperma nelle banche del seme. Le restrizioni agli spostamenti e i nuovi protocolli sanitari per la donazione hanno provocato una diminuzione del numero di donatori di sperma in un momento in cui però la domanda è cresciuta. Ne parla Nellie Bowles, giornalista del New York Times, spiegando che ad esempio la Seattle Sperm Bank, una delle più grandi banche del seme del paese, ha fatto registrare record di vendita ogni mese a partire da giugno, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Inghilterra, Australia e Canada. Le “vendite” sono aumentate del 20%, anche se ci sono meno donazioni. La pandemia sembra, dunque, aver fatto capire alle coppie che possono avere ritmi più flessibili.
DOMANDA DI SPERMA IN AUMENTO IN USA
Nell’approfondimento sul New York Times si traccia anche un bilancio delle donazioni di sperma negli Stati Uniti ai fini della procreazione assistita. Qui possono rivolgersi alle banche del seme non solo le coppie eterosessuali con problemi di fertilità, ma anche le donne single e le coppie omosessuali. Il 20 per cento dei clienti rientra nella prima categoria, stessa percentuale per le donne single, mentre nel 60% dei casi si tratta di omosessuali. Peraltro, il prezzo dello sperma è alto: una fiala che dovrebbe contenere dai 10 ai 15 milioni di spermatozoi con buona motilità può costare oltre 900 euro. Considerando il fatto che non tutti i tentativi di procreazione assistita vanno a buon fine e che, quindi, possono volerci mesi per arrivare ad una gravidanza, viene suggerito l’acquisto di quattro o cinque fiale. Le banche del seme Usa hanno creato un giro d’affari stimato nel 2018 attorno ai 4 miliardi di dollari. Prima della pandemia Covid si seguivano già regole sanitarie rigorose, ma ora ci sono nuove precauzioni. Nonostante ciò ci sono meno donazioni, per questo qualcuno è addirittura arrivato a ricorrere ai donatori “autonomi”. Negli Stati Uniti ci sono gruppi su Facebook e app per donazioni “tra privati”, che però richiedono consulenze legali per evitare problemi in futuro.