Il multipolarismo trumpiano porta gli USA a guardare anche all’India, sostenendo il corridoio IMEC, che porta all’Europa. Alternativo ai piani della Cina
Molti analisti stanno affermando che in futuro, nel mondo, in luogo del vecchio sistema unipolare di egemonia statunitense si formerà presto un sistema multipolare in virtù dello sviluppo molto rapido di vari attori un tempo minori, che di fatto impedirà a un’unica entità di detenere l’egemonia assoluta. In questa direzione pare che stia volgendo anche la politica di Donald Trump che sembra voler distogliere pragmaticamente gli Stati Uniti da tutte quelle situazioni che fuori dagli interessi nazionali sarebbero solo uno spreco di risorse. Una delle rotte attraverso le quali Trump sta conducendo gli Stati Uniti verso questa sua rivoluzione geopolitica passa certamente per l’India.
Il presidente americano, infatti, sta facendo leva su energia, armi e mercato internazionale per rafforzare la sua influenza in un territorio chiave dell’Indo-Pacifico. Una terra controversa e divisa, ma anche il Paese democratico più popoloso del mondo. Trump sta cercando di integrare l’India in un possibile nuovo gruppo egemonico con in testa gli USA, nonostante l’India abbia finora attuato una politica da equilibrista con le varie potenze, tanto quelle del G7 quanto quelle dei BRICS di cui è Paese co-fondatore. Tanto che fino ad ora l’India ha apertamente accettato il petrolio russo sotto embargo e ospita sistemi missilistici S400 di fabbricazione russa.
Nel frattempo il primo ministro indiano Narendra Modi non ha disdegnato forti contatti con la Cina attraverso i BRICS. Un aiuto agli americani potrebbe venire dai legami militari ed economici che legano due storici nemici indiani: la Cina e il Pakistan, che ultimamente stanno stringendo i loro rapporti. Questi potrebbero spingere Modi e guardare ad Ovest.
Nel recente viaggio a Washington di Modi, infatti, importanti passi negoziali sono stati compiuti per l’avvicinamento tra India e USA. Per cominciare gli Stati Uniti hanno congelato le sanzioni sul petrolio russo importato dall’India fino al 27 febbraio 2025. L’India ha importato molto greggio americano fino al 2021, da quando cioè le sanzioni hanno reso più appetibile il petrolio russo a basso costo per le raffinerie indiane. Gli Usa hanno accettato di estradare il terrorista Tahawwur Rana, legato agli attacchi di Mumbai del 26 novembre 2008.
L’India si è impegnata ad acquistare idrocarburi statunitensi per rimpiazzare quelli russi e aumenterà in modo significativo i suoi acquisti di energia dagli Stati Uniti. Secondo Bloomberg infatti il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri ha dichiarato, dopo l’incontro fra Trump e Modi, che l’India ha acquistato circa 15 miliardi di dollari in idrocarburi dagli USA e che si prevedeva di arrivare a 25 miliardi. Gli Stati Uniti hanno offerto una fornitura di caccia F35, compreso l’addestramento dei piloti e degli specialisti. Fornitura da opporre a quella di caccia J35 cinesi al Pakistan.
Da ultimo, ma non per ultimo, nei colloqui durante la visita di Modi negli USA è stato rivalutato il progetto IMEC (India-Middle East-Europe Economic Corridor), un collegamento alternativo alla BRI (Belt and Road Initiative) cinese, che attraversa il Pakistan.
L’IMEC prevede un collegamento via mare, terra, via cavo e oleodotto, che partendo dall’India attraverso la Penisola Arabica e la Giordania fino al porto di Haifa in Israele arrivi in Italia, Francia e quindi in Europa. Il progetto offrirebbe anche una valida alternativa all’attraversamento del Mar Rosso. Il corridoio economico, lanciato nel 2023, è visto dal presidente degli Stati Uniti come un mezzo per ridurre la leva geopolitica della Cina. Stabilendo infatti nuove rotte commerciali che collegano India, Medio Oriente ed Europa, potrebbe offrire percorsi alternativi per il commercio, riducendo potenzialmente la dipendenza dalle rotte tradizionali.
“Saranno spesi molti soldi e ne abbiamo già spesi alcuni, ma ne spenderemo molti di più per rimanere all’avanguardia e rimanere leader”, ha sottolineato Trump in un apparente cenno ai piani degli Stati Uniti di rafforzare ulteriormente la cooperazione in materia di investimenti con i suoi alleati all’interno del progetto IMEC.
Dopo il cessate il fuoco in Medio Oriente e i colloqui partiti per l’Ucraina, questo potrebbe essere un ulteriore grande passo verso un nuovo ordine. In attesa di una resa dei conti con la Cina.
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