Vaccini Covid, Ema contraria a singola dose/ “Rischio perdita di efficacia”
Vaccini Covid, Agenzia europea del farmaco (Ema) contraria a singola dose per velocizzare campagna vaccinale: “Rischio perdita di efficacia”. Non ci sono prove sufficienti per modifiche

L’Agenzia europea del farmaco è contraria alla modifica del dosaggio dei vaccini anti Covid. Ritiene, infatti, che non ci siano prove sufficienti per raccomandarla. Dunque, nonostante le pressioni degli Stati membri dell’Ue alla luce dei dati positivi sul livello di protezione di una singola dose, arriva il no da parte dell’Ema. Alcune nazioni stavano valutando un nuovo approccio, anche sulla somministrazione dei vaccini anti Covid, per velocizzare la campagna vaccinale, che è indietro in Europa rispetto a quelle di Stati Uniti e Gran Bretagna. In quest’ultimo caso, la velocità è legata proprio all’estensione dell’intervallo tra le dosi di vaccino.
Per quello Pfizer-BioNTech il richiamo a Londra viene raccomandato dopo 12 settimane, mentre l’Ema preferisce seguire le raccomandazioni delle due aziende, secondo cui la seconda dose va somministrata dopo tre settimane. Discorso diverso per AstraZeneca, perché il regolatore europeo raccomanda il richiamo tra 4 e 12 settimane dopo la prima dose, concordando con l’autorità britannica.
EMA, NO A SINGOLA DOSE VACCINI: LA SPIEGAZIONE
«Se e quando saranno disponibili nuove prove per le modifiche ai programmi di dosaggio, ciò sarà valutato dai comitati scientifici dell’Ema». Questa la risposta fornita dall’Agenzia europea del farmaco, secondo quanto riportato da Reuters, in merito all’eventualità di modificare la tempistica relativa al richiamo. Inoltre, un funzionario europeo ha spiegato che non sono previste modifiche del dosaggio in quanto servono ulteriori prove. Differenziare i programmi di dosaggio approvati senza prove sufficienti «potrebbe comportare un rischio di perdita di efficacia» dei vaccini, ha osservato l’Ema ieri nella nota. Lo stesso funzionario europeo ha spiegato che il commento dell’Ema arriva in seguito alla riunione dei ministri della Salute dell’Ue, in cui si è discusso della possibilità di rendere più flessibili i regimi di dosaggio. Il problema è che i vaccini sono stati approvati sulla base dei dati relativi alla somministrazione in due dosi, quindi servirebbero altri studi per arrivare ad una nuova approvazione.
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