Mentre il dibattito sull’obbligo vaccinale e sull’estensione del Green Pass prosegue nel nostro Paese, specie dopo il semi-via libera dato ieri dal Governo Draghi, in Italia e in Ue la multinazionale Moderna spinge per accelerare i tempi sulla terza dose di vaccino. Nei prossimi giorni presenterà i dati relativi alla nuova somministrazione presso l’ente regolatorio dei farmaci degli Stati Uniti – la Food and Drug Adeministration (Fda) – quello europeo (Ema) e quelli di altri Paesi di tutto il mondo: lo ha annunciato la stessa azienda biotech che, assieme a Pfizer, rappresenterà la gran parte delle eventuali somministrazioni anche nel 2022.
Come riportano le anticipazioni dell’Huffington Post, la documentazione che Moderna presenterà consiste nello studio di fase 2 del vaccino a Rna messaggero mRNA-1273, «integrato con l’offerta di una dose di 50 microgrammi di richiamo di mRNA-1273 ai partecipanti, 6 mesi dopo la loro seconda dose». Nella nota pubblica, Moderna spiega che la terza dose «ha aumentato significativamente i titoli neutralizzanti al di sopra del benchmark di Fase 3». Altre analisi hanno poi mostrato che una ulteriore dose di richiamo «ha indotto robuste risposte anticorpali” di oltre 40 volte contro la variante Delta (B.1.617.2), di 32 volte contro la Beta (B.1.351) e di di 43,6 volte contro Gamma (P.1)».
EMA FRENA LE RICHIESTE DI MODERNA E PFIZER
Lo Chief Executive Officer di Moderna, Stéphane Bancel, ha poi dichiarato che continueranno a registrare dati e condividerli con gli enti regolatori per «supportare i Governi e le Autorità di regolamentazione, che stanno prendendo decisioni sulle future strategie di vaccinazione basate su risposte reali». Come però già emerso nella giornata di ieri, tanto dalla ECDC quanto dall’Ema, gli scienziati europei frenano sull’urgenza assoluta della terza dose anti-Covid, almeno a stretto giro: «La terza dose non è urgente per i soggetti che hanno già completato la vaccinazione contro il Covid, vista l’efficacia e la protezione garantita dai vaccini», ha spiegato ieri la nota ufficiale dell’Agenzia Europea del Farmaco. Non solo, al momento «Non c’è necessità urgente di somministrare la dose ‘booster’ dei vaccini ai soggetti pienamente vaccinati secondo un report tecnico diffuso ieri dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Il report evidenzia anche che le dosi supplementari dovrebbero essere già prese in considerazione per persone con il sistema immunitario gravemente indebolito». Finora l’evidenza dell’efficacia vaccinale sulla durata della protezione mostra come tutti i sieri autorizzati dall’Europa «sono attualmente in grado di fornire un’alta protezione contro il Covid-19 in relazione al ricovero in ospedale, alla malattia grave e alla morte, mentre nell’Ue ancora un adulto su tre – tra gli over 18 anni – non è completamente vaccinato. In questa situazione, la priorità ora dovrebbe essere la vaccinazione di tutti gli individui che ancora non hanno completato il ciclo di vaccinazione raccomandato». Sebbene al momento non sia necessaria la terza dose, conclude l’Ema, prosegue ovviamente l’analisi dei dati (compresi quelli di Moderna) su future dosi aggiuntive, tanto che i Paesi Membri «possono prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di richiami e dosi supplementari». Il monito lanciato resta chiaro a tutti i singoli Stati Ue: «devono prepararsi a eventuali modifiche dei loro programmi di vaccinazione qualora si notasse una diminuzione sostanziale dell’efficacia del vaccino in uno o più gruppi di popolazione».