Israele è una delle nazioni che sta procedendo più spedita con la campagna di vaccinazione anti covid, ma i dati emersi devono comunque fare riflettere. Secondo quanto riportato da IlFattoQuotidiano.it citando il quotidiano Haaretz, 12.427 israeliani avrebbero infatti contratto il covid nonostante abbiano già ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer, pari al 6.6% del totale a cui è stata somministrata solo la monodose. Di questi, circa 5.000 sono emersi nella prima settimana dopo il vaccino, altri 5.000 circa entro il 14esimo giorno, e 1.410 invece entro il 21esimo.
“Questi dati – le parole del professore Fabrizio Pregliasco, virologo del Galeazzi di Milano e membro della task force anti-covid della Lombardia, parlando con il Fatto Quotidiano – confermano l’esigenza della doppia dose, di una attenzione e di un monitoraggio della vaccinazione e anche lo sviluppo di test sierologici che possano monitorare nel tempo una situazione peraltro conosciuta su tanti altri vaccini”.
VACCINO PFIZER E PRIMA DOSE, PREGLIASCO: “DATI CHE CI DEVONO FARE PENSARE”
“Sono dati che quindi devono soltanto farci pensare – prosegue il virologo all’Università degli Studi di Milano – a una corretta pianificazione della campagna di vaccinazione secondo i tempi previsti e anche eventuali valutazioni sul campo in quelle situazioni in cui malattie intercorrenti o altri condizioni particolari determinano una interruzione della vaccinazione”. Secondo il professor Silvio Garattini, presidente dell’istituto Mario Negri e noto farmacologo, i dati di Israele non devono preoccupare più di tanto: “È una cosa che sapevamo, anche Pfizer aveva dichiarato che la prima dose non proteggeva e quella è la ragione perché bisogna la seconda. La nota israeliana testimonia quello che sappiamo che dopo la prima dose può esserci un’infezione. Mi pare di ricordare che Pfizer avesse comunicato che dopo la prima dose ci fosse il 52% di protezione ed è la seconda che arriva al 90%. È un bene saperlo, ma non dobbiamo preoccuparci. La seconda dose bisogna farla perché la prima non è assolutamente sufficiente”.