“Vado al massimo”: la storia del brano di Vasco Rossi
Con Junior Cally e VIITO si torna indietro con “Vado al massimo” all’edizione del 1982 del Festival di Sanremo che vide salire sul palco un giovane rocker pronto nel giro di pochi anni a diventare un vero e proprio mito della musica rock italiana Vasco Rossi. La canzone si classificò al quarto posto, come del resto tutte le canzoni che non salirono sul podio, così come prevedeva il regolarmente della manifestazione canora di quell’edizione. Per la maggior parte degli esperti di musica, il brano complice anche l’esibizione alquanto trasgressiva del Blasco nazionale, si era classificato all’ultimo posto, creando una vera e propria leggenda metropolitana. In realtà ciò non corrispondeva al vero anche se buona parte della critica non accolse di buon grado il testo che rappresentava un vero e proprio sberleffo al giornalismo italiano, con un chiaro riferimento al giornalista Nantas Salvalaggio che aveva aspramente criticato il rocker e il suo modo di fare e di condurre la sua vita.
Anche nel caso di Vado al massimo, il Festival di Sanremo è stato il trampolino di lancio per un artista che si è poi affermato in maniera indiscutibile nel panorama musicale italiano. La canzone, oltre al testo autobiografico, presenta anche un’ottima musicalità che riprende in pieno i ritmi del reggae. Per poter partecipare alla manifestazione canora, una parte del testo fu modificata dalla censura in quanto veniva effettuata una chiara allusione al consumo di sostanze stupefacenti e rendendo così la canzone idonea alla kermessa sanremese.