Valditara vieta l’uso dei cellulari anche alle superiori: la nuova circolare si applica anche in orario scolastico e durante le attività didattiche

Il ministro Valditara l’ha messo nero su bianco, stavolta senza mezze misure: a partire da settembre, anche gli studenti delle scuole superiori dovranno dire addio al cellulare durante l’orario scolastico, non solo durante le lezioni ma per tutto il tempo passato tra i banchi e il divieto vale anche per l’uso didattico, senza eccezioni generalizzate.



È una misura che segue quella già introdotta un anno fa per infanzia, elementari e medie, ma stavolta – dice il ministro – è diventata una scelta necessaria, anzi, “improcrastinabile”, il che significa che ormai non si può più aspettare, specialmente quando i dati iniziano a parlare in modo incontrovertibile, e proprio dai numeri dell’OCSE Pisa, l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Istituto Superiore di Sanità emerge che tra gli adolescenti l’uso del cellulare è spesso problematico, con conseguenze su sonno, concentrazione, relazioni, e ovviamente anche sul rendimento scolastico.



Secondo il ministro, la diffusione dello smartphone tra i ragazzi è ormai così pervasiva da richiedere un intervento deciso, netto, uno spartiacque, e allora la circolare diventa una linea di confine: le scuole superiori dovranno aggiornare i loro regolamenti, riscrivere il patto di corresponsabilità educativa con le famiglie e prevedere anche sanzioni in caso di violazione.

Ma non è solo una questione nazionale perché anche in Europa, ricorda Valditara, si stanno moltiplicando i Paesi che introducono limiti o divieti simili, e proprio per questo ha chiesto alla Commissione europea di spingere verso una raccomandazione condivisa che metta al centro il benessere e lo sviluppo cognitivo degli studenti, salvaguardando l’equilibrio tra tecnologie e apprendimento.



Valditara: da settembre via il cellulare anche in classe

Valditara, nella sua circolare, ha voluto essere molto chiaro anche sul perimetro del provvedimento: il divieto si estende anche alle attività didattiche e si applica all’intero orario scolastico, quindi non ci sarà più la possibilità di utilizzare il cellulare nemmeno a scopo educativo e la norma vale per tutti, senza eccezioni automatiche.

Restano però delle deroghe, precise e circoscritte: l’uso del telefono potrà essere consentito solo se previsto dal Piano educativo individualizzato per gli alunni con disabilità, oppure dal Piano didattico personalizzato in caso di disturbi specifici dell’apprendimento e anche in questi casi, solo quando il dispositivo è realmente funzionale al percorso scolastico. Lo stesso vale per alcuni percorsi formativi specifici, come quelli degli istituti tecnici nel settore informatico o delle telecomunicazioni, dove l’impiego del telefono può rientrare nel progetto didattico approvato dalla scuola.

Detto ciò – e questo è un punto che Valditara ha voluto ribadire – non si tratta affatto di un “no” alla tecnologia in sé, anzi, l’uso di strumenti digitali come tablet, PC, lavagne elettroniche resta pienamente consentito, ma a condizione che siano utilizzati secondo quanto previsto dalla programmazione didattica delle scuole, nel rispetto della loro autonomia; l’idea è quella di distinguere tra tecnologia utile e tecnologia dispersiva, tra strumenti progettati per insegnare e dispositivi che rischiano solo di distrarre.

Il messaggio del ministro è evidente: serve governare il digitale con criterio e buon senso, anche – e forse soprattutto – in classe, dove la qualità dell’insegnamento passa anche dalla capacità di ridurre le interferenze e restituire agli studenti uno spazio di concentrazione vera, protetto, senza continue notifiche, messaggi o scroll infiniti.