Valerio Scanu: "Covid ha ucciso mio papà Tonino"/ "Si sentiva un frantoio nel petto"
Valerio Scanu ricorda il papà Tonino, morto di Covid nel 2020: "Situazione precipitata all'improvviso. Aveva solo un po' di febbriciattola, poi..."
Valerio Scanu (Storie Italiane, 2022)
Valerio Scanu ha poi descritto nel dettaglio la situazione del padre: “Aveva una febbriciattola che saliva e scendeva. Parliamo di novembre 2020 e i tamponi non erano come quelli di adesso. Il 19 novembre doveva fare il test, ma quel giorno aveva la febbre. Si era sentito male una settimana prima e si era isolato in un’altra casa. Il personale Usca è andato subito a casa e ha sentito i polmoni, individuando la polmonite bilaterale. Inizialmente è stato trasferito a Olbia e respirava col casco”.
VALERIO SCANU: “MIO PAPÀ TONINO SI SENTIVA UN FRANTOIO NEL PETTO”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, Valerio Scanu ha parlato ancora del padre Tonino, che improvvisamente un giorno disse loro al telefono: “Mi sento come un frantoio nel petto”. L’indomani non rispondeva più alle chiamate, finché “ci avvisarono che era stato spostato in un altro nosocomio: appena gli hanno fatto la Tac d’ingresso, lo volevano intubare, poi invece hanno visto che bastava un passo in meno”.
Tuttavia, “la situazione improvvisamente è precipitata ed è stato intubato. Il suo polmone era compromesso al 100% già al quinto giorno di terapia intensiva. Ha resistito un mese solo perché aveva un fisico sano”.
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