Suicidio choc a Venezia, 12enne trovato impiccato a un ramo lungo il Piave senza lasciare messaggi o biglietti: "Non avrebbe retto a tensioni in famiglia".
Un suicidio sta scuotendo la comunità di Venezia: un 12enne è stato trovato impiccato a un ramo in una golena del Piave. Anche se è emerso che aveva una situazione familiare complicata, caratterizzata da tensioni, non c’erano segnali che potevano far presagire un gesto estremo, anche perché non viveva in un contesto emarginato o disagiato. Il ragazzo, descritto come un adolescente sensibile e introverso, non aveva neppure problemi a scuola. Un bravo ragazzo con la passione per il calcio che però aveva assorbito le tensioni familiari e, anziché chiedere aiuto, si è fatto sopraffare dai suoi timori.
Stando a quanto riportato da Il Gazzettino, l’allarme è scattato venerdì sera, quando non è rientrato a casa dopo aver incontrato gli amici. La madre ha avviato le ricerche e ha provato a individuare il figlio anche tramite le app che si usano per localizzare i ragazzi, poi la tragica scoperta: è stato trovato con una corda al collo, appeso a un albero, senza un messaggio o un biglietto.
VENEZIA, INDAGINI SULLA MORTE DEL 12ENNE
Ora la famiglia è invasa da un dolore che non trova risposte. Sul cadavere non sono stati riscontrati segni di violenza né traumi esterni, quindi la sua morte non è imputabile a terzi al momento. Infatti, gli inquirenti a Venezia escludono il coinvolgimento di altre persone.
Ma la morte del 12enne resta un giallo, perché non si riesce a comprendere il gesto estremo, il suo malessere interiore. Infatti, non c’erano segni di disagio, ma Il Gazzettino fa riferimento solo a tensioni familiari non meglio precisate.
SUICIDIO CHOC A VENEZIA: IL COMMENTO DELLA PSICOLOGA
Il quotidiano ha interpellato la psicologa Petra Visentin per analizzare questo aumento del malessere emotivo tra i giovani, anche ragazzini: il problema è che ora sono “vulnerabili e fragili“, impauriti da un “futuro incerto” e non riescono a esprimere ciò che sentono perché nessuno insegna loro a farlo. “Non abbiamo educato i nostri figli a riconoscere e gestire le emozioni“, ha dichiarato la psicoterapeuta, secondo cui i giovani sono stati “lasciati soli“, travolti dalle loro emozioni.