Il Venezuela ha accettato le richieste di Trump di accogliere i migranti espulsi dagli USA: Maduro ha anche restituito sei detenuti statunitensi
Recentemente con una mossa che ha acceso un dibattito immediatamente messo a tacere dallo stesso Donald Trump, il Venezuela governato per la terza volta consecutiva da Nicolás Maduro ha accettato ufficialmente il rimpatrio dei migrati illegali dagli USA: una decisione – appunto – abbastanza discussa perché è stata annunciata al termine di una trattativa tra l’alto funzionario statunitense Richard Grenell – inviato a Caracas dal presidente Trump – e lo stesso presidente venezuelano che ha aperto nella mente di molti all’ipotesi che gli USA stiano rivalutando i loro rapporti politici con il Venezuela.
Partendo dalla più importante novità, durante il suo ritorno dal Venezuela Grenell ha annunciato di avere con sé sei cittadini americani rilasciati dalle carceri venezuelane nelle quali erano rinchiusi dalle violente proteste del luglio del 2024; mentre poco dopo Trump ha anche sottolineato di aver ricevuto il via libera definitivo all’accoglienza dei migranti illegali venezuelani espulsi dagli USA tra i quali figurerebbero anche “i membri della gang di Tren de Aragua”, ma per ora quest’ultimo punto non trova ancora conferme nelle dichiarazioni pubbliche rilasciate da Maduro.
Trump: “Nonostante l’accordo i rapporti tra USA e Venezuela non cambiano”
Insomma, da un lato Trump sarebbe riuscito a convincere il Venezuela ad accettare i migranti espulsi e – dall’altro lato – avrebbe anche ottenuto la liberazione di sei cittadini americani arrestati negli scorsi il mese; il tutto (e questo è il punto all’origine del dibattito che citavamo prima) in cambio di qualcosa che non è stato precisato né dal tycoon, né dal suo portavoce, né – tanto meno – dal governo venezuelano che si è limitato a citare dei non meglio precisati “accordi iniziali“.
I rapporti tra Venezuela e Stati Uniti (come d’altronde con buona parte del resto del mondo) si sarebbero deteriorati soprattutto dopo l’ultima rielezione di Maduro che sarebbe stata frutto di un broglio ai danni del candidato – che avrebbe circa il doppio di voti – Edmundo González: incalzato su questa ipotesi, Trump ha chiarito che gli USA restano “un grande oppositore di Maduro” accusato di “averci trattati male e di aver trattato molto male il popolo venezuelano”, senza aperture di sorte esterne al fatto che “vogliamo realizzare qualcosa con il Venezuela”.