Fin dove si spinge la libertà di informazione? E qual è il limite entro cui possa essere limitata? L’interrogativo sorge spontaneo a fronte della decisione presa dalla rivista statunitense Vice, la quale avrebbe bloccato la pubblicazione di notizie che possono essere offensive nei confronti dell’Arabia Saudita. Gli stessi collaboratori redazionali si chiedono se potranno essere riportate quelle news che evidenziano la violazione dei diritti umani nel regno.
Come riporta il The Guardian la ragione sottesa alla decisione risiederebbe nella firma di un lucroso accordo tra la rivista e il gruppo MBC, una società di media controllata dal governo saudita, per stabilire una joint venture nel paese mediorientale. Dei 29 posti di lavoro attualmente pubblicati sul sito Weiss, 20 hanno sede nella capitale saudita, Riyadh. Ma le enormi somme di denaro che ora arrivano a Weiss dall’Arabia Saudita hanno portato a preoccupazioni nel reparto notizie dell’azienda che i capi stiano censurando contenuti di notizie occidentali per proteggere il personale che lavora in Arabia Saudita.
“ARABIA SAUDITA VUOLE CENSURARE ANCHE NEWS SU VIOLAZIONE DIRITTI”
Il rischio di una censura a tutti gli effetti sembra piuttosto plausibile. In base infatti alle testimonianze di alcuni redattori di Vice, laddove dovevano redigere articoli che riportavano violazioni di diritti puntualmente la notizia veniva bloccata e non pubblicata, adducendo ogni possibile scusa. Così ecco, ad esempio, censurato l’articolo che riportava un rapporto sullo stato saudita che stava aiutando le famiglie a molestare e minacciare i sauditi transgender con sede all’estero.
Dal canto suo Vice promette che la sua nuova impresa saudita sarà una “piattaforma leader per contenuti arabi digitali di qualità incentrati sulla moderna cultura giovanile araba” e non cercherà di investire nella cronaca. L’enorme potere finanziario di cui gode l’Arabia Saudita, i suoi tentativi di svezzarsi dai soldi del petrolio e il suo desiderio di rinominarsi come popolare destinazione turistica hanno portato a rapidi cambiamenti nel paese e a garantire enormi stipendi per le aziende occidentali. L’altra faccia della medaglia mostra però anche come nonostante l’allentamento delle norme sulla guida delle donne, la loro situazione in materia di diritti umani rimane spaventosa, soprattutto per le persone LGBTQ.