Dopo l’attentato a Bruxelles, resta altissima la soglia dell’attenzione anche in Italia. Non solo i due arresti a Milano, avvenuti nei giorni scorsi, quando un egiziano e un italiano ma di origini sempre egiziane erano stati arrestati per “proselitismo per l’organizzazione terrorista” dell’Isis: il Viminale ha espulso altri due soggetti “ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale in quanto fortemente radicalizzati”, come spiega una nota. Si tratta di un kosovaro e di un tunisino: quest’ultimo, di 42 anni, ha trascorso un periodo nel carcere di Piacenza. All’interno della cella nella quale era rinchiuso, gli agenti hanno ritrovato la foto di un uomo armato di mitra con alle spalle la bandiera dell’Isis.
Come spiega Rai News, a preoccupare gli inquirenti e le autorità anche il fatto che l’uomo avesse assunto, nel tempo, un ruolo da leader nei confronti degli altri detenuti. Dunque non si esclude che possa avere avuto un seguito e che possa aver fatto propaganda terrorista. L’uomo tunisino espulso dal Viminale era stato scarcerato nel 2020: era stato più volte destinatario di provvedimenti di espulsione rimasti ineseguiti. Il tunisino era stato rintracciato lo scorso 26 settembre e portato al CPR di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, e poi in quello di Caltanissetta. Dopo il riconoscimento delle autorità consolari tunisine, è stato rimpatriato in esecuzione del provvedimento di espulsione del Prefetto di Piacenza.
Condannato ed espulso anche un kosovaro
Il secondo cittadino espulso dal Viminale, il kosovaro, era stato notato dagli investigatori che tenevano sotto controllo, a Venezia, un gruppo di soggetti radicalizzati. Il suo nome era emerso in seguito ad un’attività investigativa avviata nel 2016 dalla Digos di Venezia su un gruppo di soggetti radicalizzati. Nel 2017 erano stati infatti arrestati tre cittadini kosovari: nei loro confronti gravi indizi di colpevolezza riguardo l’adesione ad un’associazione con finalità di terrorismo internazionale e ideologia allo Stato Islamico.
L’uomo era stato perquisito in quanto in contatto con i soggetti arrestati ed era stato espulso dal territorio nazionale in esecuzione del provvedimento emesso dal Prefetto di Venezia per motivi di sicurezza nazionale. Il 14 ottobre 2023 è stato trovato in provincia di Trieste e tratto in arresto per il reato di violazione del divieto di reingresso sul territorio nazionale. Dopo il giudizio per direttissima a Trieste è stato condannato a 8 mesi di reclusione. “L’interessato è stato accompagnato presso il Cpr di Gradisca d’Isonzo (GO) e rimpatriato in esecuzione del decreto di espulsione emesso il 16.10.2023 dal Prefetto di Trieste” ha comunicato il Viminale.