Il Volantino della Compagnia delle Opere sui Referendum abrogativi 2025: il “buon lavoro” e la possibilità di un giudizio oltre i tecnicismi dei quesiti
IL REFERENDUM, IL “BUON LAVORO” E IL GIUDIZIO (ANCHE SENZA PARTECIPARE)
In occasione della due giorni di votazioni l’8-9 giugno prossimi, il Volantino della CdO sul Referendum 2025 prova ad inquadrare tanto i contenuti quanto l’esercizio stesso di uno strumento di democrazia dalle grandi potenzialità ma problematiche altrettanto presenti. La Compagnia delle Opere a pochi giorni dal voto sui 5 quesiti abrogativi proposti dalla CGIL (i 4 sul mondo del lavoro) e un comitato promosso da AVS e +Europa (il quinto quesito sulla cittadinanza) traccia un percorso che parte dal testo dei Referendum popolari ma prova ad inquadrare le complesse implicazioni che ne emergono.
Il Referendum come strumento politico troppo spesso in questi decenni è divenuto un’occasione di «contrapposizione politica», quando invece dovrebbe essere uno strumento di espressione libera per l’interesse generale della cittadinanza: nei primi 4 quesiti – su licenziamenti, piccole imprese, contratti a termine e sicurezza sul lavoro – il rischio è porre delle questioni tecniche che «avrebbero il loro naturale svolgimento all’interno dell’iter parlamentare». Anche per questo motivo resta legittima il giudizio di scelta nel non prendere parte alle votazioni – con la scelta dell’astensione – per poter demandare quelle tematiche alle sedi più opportune tra commissioni e Parlamento.
Secondo il Volantino della CdO sui Referendum 2025, non è tanto il raggiungimento del quorum (al 50% più uno degli aventi diritto), ma è «il contenuto dei quesiti che fa perdere ai referendum il valore di strumento di democrazia diretta». Serve infatti riportare l’attenzione sul buon lavoro e questo non può essere ottenuto (solo) con un Referendum: stando al giudizio della Compagnia delle Opere, i quesiti sul lavoro sono troppo complessi e tecnici, ma soprattutto «non rispecchiano le sfide legate al mondo del lavoro che ogni giorno affrontiamo all’interno delle nostre imprese».
Citando i dati dell’ISTAT assieme a quelli INPS si evidenzia tutt’altro che un problema di disoccupazione: i 24milioni di occupati ad oggi in Italia è il record positivo nella storia repubblicana, mentre il problema resta quello di carenza di personale e insoddisfazione lavorativa degli stessi lavoratori.
“REFERENDUM CITTADINANZA: SERVE RICONOSCERE UNA REALTÀ, NON È QUESTIONE DI IUS”
Il Volantino CdO sui Referendum abrogativi sottolinea come sia input delle imprese quello di incentivare la cultura del buon lavoro «attraverso politiche aziendali che incentivino il benessere dei dipendenti e la loro fidelizzazione»: il punto dunque non è la discussione sugli elementi “tecnici” e complessi interni ai quesiti referendari, mentre è sempre più necessario riportare al centro del dibattito politico e sociale «la sfida sul senso del lavoro».
Nei mesi scorsi la CdO ha presentato per l’appunto il “Manifesto del buon lavoro” per provare ad illustrare le cause di fondo dei principali malesseri e problematiche del lavoro in Italia, favorendo però incontri e dialoghi in modo da contribuire ampiamente «alla costruzione di un bene comune» da non vedersi come un ritorno alle regole del passato, ma semmai a concentrarsi per sviluppare «politiche innovative che promuovano la qualità del lavoro e la competitività delle imprese».
Capitolo finale del Volantino CdO è dedicato ai Referendum sulla cittadinanza, che prevede il dimezzamento dei tempi attuali per i cittadini extracomunitari regolari – dagli attuali 10 anni a 5 soli anni di tempistica: il giudizio di Compagnia delle Opere passa dal considerare la necessità di fare tutti un passo avanti sul tema della cittadinanza. Non si tratta dunque di Ius Soli, Ius sanguinis e quant’altro, ma semmai di «riconoscere una realtà che non passa solo per i 5 o 10 anni per l’ottenimento di una cittadinanza».
Le imprese in rete che si riconoscono nel Volantino CdO rilevano l’urgenza di un affiancamento che possa passare dall’educazione al problema della casa, questi sì elementi che per molti stranieri (e non) ad oggi esiste poco. Anche la cittadinanza dunque più che una materia da Referendum abrogativo dovrebbe essere al centro di un confronto vero tra «privato sociale e Istituzioni preposte», il Governo e le Camere, così da fare tutti un passo verso il bene comune da costruire. Qui è possibile scaricare il pdf del Volantino CdO sui Referendum 2025.
