Von der Leyen parla di un piano preciso per il dopoguerra in Ucraina con truppe europee: se ne parla giovedì a Parigi. Ma i russi non lo accetteranno
Truppe di Paesi europei in Ucraina, una volta cessato il fuoco, per garantire sicurezza al governo di Kiev e alla popolazione ucraina. Soldati che agirebbero in territorio ucraino, a distanza comunque dalla linea di contatto fra ucraini e russi, quella fissata al termine dei combattimenti o dagli accordi diplomatici.
I volenterosi europei, tra i quali i presidenti britannico e francese Starmer e Macron sono fra i più attivi, avrebbero definito un piano in questi giorni, già discusso a livello di capi di stato maggiore della Difesa, che comprende queste eventualità. Se ne parlerà giovedì a Parigi in un incontro al quale quasi sicuramente parteciperà anche Zelensky.
L’iniziativa, spiega Giuseppe Morabito, generale dell’esercito, fondatore dell’IGSDA e membro del collegio dei direttori della NATO Defense College Foundation, vedrebbe l’appoggio degli americani, probabilmente anche per controllare lo spazio aereo. L’Italia parteciperebbe con personale del genio ad altissima specializzazione, impegnato nella bonifica dei campi minati.
Rimane, però, un’incognita: i russi hanno sempre detto che sul suolo ucraino non vogliono né la NATO, né soldati di Paesi dell’Alleanza, il che vuol dire che difficilmente accetteranno una soluzione del genere, a meno che non ci sia qualche elemento (oggi sconosciuto) che cambi le carte in tavola nelle trattative.
In cosa consiste il piano annunciato da Ursula von der Leyen che prevede la presenza di truppe di Paesi europei in Ucraina?
Il piano prevedrebbe lo schieramento di soldati di nazioni europee in territorio ucraino dopo il cessate il fuoco per garantire, con la loro presenza, la sicurezza dell’Ucraina stessa e per evitare futuri attacchi da parte della Russia. Per questo i “volenterosi” hanno organizzato per giovedì un incontro a Parigi al quale la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrebbe partecipare da remoto.
Nel corso del vertice verranno prese le decisioni in merito. Il piano è stato discusso anche da capi di stato maggiore della Difesa europei nei giorni scorsi. L’Italia intenderebbe schierare in Ucraina unità del genio per lo sminamento/bonifica di alcune aree minate.
La presidente della Commissione UE, von der Leyen, ha detto che il piano è stato definito con precisione: si sa qualcosa dei contenuti?
Non è trapelato molto, come logico quando si pianificano attività di tale importanza. I Paesi interessati stanno lavorando perché dovranno decidere come e dove schierare le loro truppe in Ucraina con l’appoggio probabile degli Stati Uniti. L’idea è di garantire sicurezza all’Ucraina schierando forze europee anche nei pressi della linea di contatto con l’esercito russo, quella dove si saranno attestate le forze di Mosca al momento del cessate il fuoco o dove gli accordi con Mosca lo prevedranno.
Il supporto degli USA in cosa consisterebbe?
Trump potrebbe assicurare il supporto dell’esercito e dell’aviazione fornendo garanzie per lo spazio aereo ucraino, probabilmente dando anche informazioni grazie al suo sistema satellitare. Ma anche questo aspetto deve essere ancora definito.
Dal punto di vista militare non è pericoloso schierare soldati non solo sulla linea di contatto ma già in territorio ucraino? Non c’è il rischio di scontrarsi con i russi con conseguenze inimmaginabili?

Certamente si prospetta questo rischio. A ridosso della linea di contatto dovrebbe esserci una sorta di zona cuscinetto, anche se non è ancora dato sapere se e come verrà realizzata. Gli europei non agirebbero comunque come NATO, ma come coalizione di singole nazioni e passando dall’approvazione del proprio parlamento, ove previsto.
Al momento l’idea sarebbe quella per cui queste truppe non vengano inviate né sotto il cappello della NATO, né sotto quello dell’ONU. Certamente la “deterrenza” verso Mosca sarebbe notevole e sta nel fatto che coinvolgere le forze dei Paesi europei nei combattimenti in Ucraina equivarrebbe a attaccare i Paesi stessi.
I russi però hanno sempre detto che in Ucraina non vogliono vedere soldati o strutture NATO, ma neanche militari di singoli Paesi dell’Alleanza atlantica. Perché gli europei insistono su questa opzione sapendo come la pensano al Cremlino?
I volenterosi attraverso questo piano intendono dare un segnale e stanno lavorando per portarlo a compimento, poi è auspicabile che venga discusso nell’incontro bilaterale o trilaterale di cui si parla in questi giorni con Putin, Zelensky ed eventualmente Trump. Bisogna vedere se alla Russia verrà concesso qualcosa che possa ricompensarla adeguatamente rispetto a questa pianificazione; in altri termini, Mosca valuterà cosa le concederanno in cambio.
D’altra parte i combattimenti continuano ormai da più di tre anni. Qualcosa in più si potrebbe sapere giovedì in occasione dell’incontro dei volenterosi. Certo, che Putin accetti queste condizioni è difficile, ma non così impossibile. I volenterosi europei, comunque, non si muoveranno da soli, l’appoggio promesso da Trump è importante e assolutamente necessario. La Russia nel frattempo continua ad avanzare sul terreno.
Il capo di stato maggiore russo Gerasimov durante un incontro delle forze armate avrebbe presentato una cartina nella quale anche Odessa farebbe parte della Russia. L’avanzata dei russi significa che potrebbero anche arrivare a conquistare una città del genere?
Odessa- che, ricordo, è più vicina a Trieste che la Sicilia – non è un villaggio nella pianura, occupare una città così grande è un impegno non da poco, bisogna essere in grado sia di occuparla, sia, dopo, di controllarla con grande dispendio di uomini e mezzi. Che i russi vogliano conquistarla e controllarla è un’ipotesi remota.
Si sa quanti soldati dovrebbero far parte delle forze europee destinate a garantire la sicurezza ucraina?
Non ancora, non si sa ancora esattamente quali nazioni potrebbero partecipare e neanche in che numero. Secondo quanto dichiarato dalla von der Leyen il piano è stato approntato in modo preciso, ma nessuno nelle forze armate farà un passo se non viene definito lo scenario. Sarebbe un azzardo.
(Paolo Rossetti)
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