Si riapre il dibattito sul voto obbligatorio in Italia: secondo De Bortoli occorre sanzionare chi si astiene, “ogni Elezione perdiamo migliaia di elettori”
TORNA IL DIBATTITO SUL VOTO OBBLIGATORIO (DOPO IL SEMI-FLOP IN CILE): LA PROPOSTA DI DE BORTOLI
Poche settimane prima di divenire, loro malgrado, “teatro” politico di uno scontro tra maggioranza e parte della sinistra radicale (dopo l’aggressione ignobile di un gruppo di pro-pal in redazione), il quotidiano “La Stampa” col direttore Andrea Malaguti aveva avanzato la necessità che Meloni e Schlein si mettessero d’accordo per imporre il voto obbligatorio in Italia. Ad ogni Elezioni, che sia nazionale, europea o amministrativa, va imposta per legge, con possibilità di multe per chi non si presenta alle urne: così per combattere calo demografico, aumento dell’astensione e sempre più minima partecipazione al diritto/dovere del voto.
Nella medesima scia si schiera anche l’ex direttore del “Corriere della Sera” Ferruccio De Bortoli, intervistato sul “Fatto Quotidiano” proprio in merito alle possibili conseguenze che avrà il tentativo di modificare la legge elettorale da parte del Governo Meloni: «occorre sanzionare chi non si reca ai seggi elettorali», così da applicare il vero «voto obbligatorio». A chi fa giustamente notare che l’astensione non sempre è un segno di disinteresse ma alle volte è proprio un’indicazione di voto, con messaggio di sfiducia per la proposta politica alle urne, De Bortoli replica che ad oggi l’astensione (ormai giunto sopra il 50% di media) pesa troppo sul voto, finendo per «avvelenare la competizione elettorale».
Eppure il recente caso del Cile, dove si è utilizzato il voto obbligatorio, ha visto un semi-flop non da poco per la democrazia visto il “ballottaggio estremo” tra l’estrema destra di Kast e l’estrema sinistra comunista di Jara. Può realmente funzionare un obbligo del diritto di voto, sebbene il contesto democratico italiano ed europeo sia decisamente più “navigato” e dato spesso per scontato rispetto ad altre parti del mondo?
LEGGE ELETTORALE E CAOS ASTENSIONE: COSA POTER FARE
Che si arrivi o meno al voto obbligatorio, resta la problematica duplice per la politica italiana a due anni dalle Elezioni Politiche: la crescita dell’astensione e la difficoltà di assicurare un governo stabile alle prossime Legislature permangono, e i timori in particolare del Centrodestra a guida Meloni sono di non avere la possibilità di una maggioranza chiara post risultati delle prossime tornate elettorali nazionali.
Secondo De Bortoli il fatto che ad ogni elezione si perdono circa un centinaio di migliaia di elettori attivi è un problema e anche per questo la Premier starebbe tentando di modificare la legge elettorale: in merito alle polemiche sollevate da sinistra su questo tentativo, il giornalista spiega che occorrerebbe stabilire come le modifiche elettorali vadano rese attive solo «nella legislatura successiva rispetto a quella che ha approvato le nuove norme».