Witkoff propone scambio 9 ostaggi vivi per un cessate fuoco di 60 giorni Gaza. Israele potrà riprendere le operazioni militari se negoziati falliscono
L’inviato speciale americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha presentato una proposta rivisitata per risolvere la crisi di Gaza, delineando un accordo che prevede sessanta giorni di cessate il fuoco in cambio della liberazione di nove ostaggi ancora in vita; una mossa che rappresenta un tentativo concreto di sbloccare i negoziati, rimasti impantanati per mesi.
Secondo quanto riferito da fonti del Jerusalem Post, il piano includerebbe anche la restituzione di diciotto corpi di ostaggi morti, mentre Israele manterrebbe la possibilità di riprendere le operazioni militari allo scadere del periodo stabilito, nel caso in cui i colloqui non registrassero progressi concreti; Witkoff, fiducioso sull’esito dell’iniziativa, avrebbe fatto sapere di nutrire “buoni sentimenti” sulla possibilità di raggiungere un cessate il fuoco temporaneo, una tregua che, nelle sue intenzioni, potrebbe aprire uno spiraglio verso una soluzione più stabile e duratura del conflitto.
La proposta americana prevede inoltre il ritiro delle forze israeliane dalle aree recentemente occupate nella Striscia, con il conseguente ripristino della distribuzione degli aiuti umanitari, che passerebbe sotto il controllo delle Nazioni Unite, sostituendo così il sistema attuale gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation.
L’ottimismo dell’inviato americano, però, stride con le dichiarazioni che arrivano dalle due parti coinvolte: Hamas sostiene di aver fatto passi avanti importanti, parlando quasi come se un accordo fosse ormai vicino, mentre Israele nega tutto con fermezza, escludendo che sia stata trovata qualsiasi intesa concreta e denunciando una vera e propria strategia di guerra psicologica, in quanto, stando alla visione isrealiana, si tratterebbe di un tentativo deliberato di manipolare l’opinione pubblica, e ogni possibile accordo dovrà, di conseguenza, basarsi su condizioni ben più rigide e non negoziabili.
Witkoff aumenta le pressioni: Hamas tra propaganda e possibili aperture
Hamas ha fatto sapere di aver raggiunto un’intesa di massima con Witkoff, sostenendo che l’accordo garantirebbe un cessate il fuoco permanente e il completo ritiro israeliano da Gaza, affermazioni che però, secondo funzionari israeliani, rientrerebbero nella sfera della propaganda e della guerra psicologica e nonostante Israele abbia accettato il quadro proposto da Witkoff, fonti interne fanno emergere che Hamas continui a respingere diversi punti dell’accordo.
Nel frattempo, il gruppo palestinese starebbe subendo sempre più pressioni, mostrando segni di cedimento nella sua opposizione alla proposta americana, inoltre i mediatori riportano che Hamas avrebbe già dato disponibilità al rilascio di dieci ostaggi vivi, accompagnati da un numero non precisato di corpi, in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi; intanto, i combattimenti continuano e almeno trentasette morti sono stati registrati nelle ultime ore nella Striscia, secondo Al-Jazeera, mentre la diplomazia statunitense cerca di accelerare i tempi per una soluzione che possa reggere nel lungo periodo.
L’amministrazione Trump sembra voler raggiungere un risultato diplomatico veloce e duraturo; Witkoff, da parte sua, ha già annunciato che la presentazione di nuovi termini negoziali arriverà a breve, in attesa del via libera ufficiale da parte del presidente americano.