L'inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff sostiene che Putin è aperto alla pace in Ucraina: frena Lavrov che ritiene l'accordo ancora lontano

Steve Witkoff: “Da Putin aperture positive sulla pace in Ucraina”

Il tema – certamente importante – della pace in Ucraina torna ad occupare le prime pagine dei quotidiani statunitensi e russi con due differenti interviste rilasciate nelle ultime ore dall’inviato speciale degli USA per il conflitto ucraina Steve Witkoff a Fox News e dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov al quotidiano Kommersant: se nel primo caso – però – si parla di segnali importati da parte del Cremlino sul proseguo delle trattative, al punto da ipotizzare che siano addirittura prossime ad una svolta notevole; nel secondo caso è proprio la Russia a frenare suggerendo che la pace in Ucraina è ancora piuttosto lontana, se non del tutto fuori discussione.



Partendo da Witkoff, nella sua intervista per Fox News l’inviato statunitense – che solo lo scorso venerdì ha incontrato Putin a San Pietroburgo per la terza volta da quando Donald Trump è subentrato ufficialmente alla Casa Bianca – sostiene di aver avuto colloqui “utili [e] stimolanti” con il presidente russo, sottolineando chiaramente che quest’ultimo sarebbe aperto all’ipotesi di “raggiungere una pace permanente” che – addirittura – vada oltre all’ipotesi più volte messa in campo di un cessate il fuoco che quasi certamente non sarebbe risolutivo.



Non solo, perché nelle scambio con Fox News Steve Witkoff ha anche posto l’accento su quelli che sono i punti più importanti per Putin, citando – naturalmente – i famosi “cinque territori” che intendere annettere alla Russia (fermi restando quelli che già sono finiti al centro dei referendum dopo lo scoppio del conflitto), alcuni non meglio precisati “protocolli di sicurezza” dai quali sarebbe esclusa “la Nato”: la situazione – ammette l’inviato della Casa Bianca – “è complicata” e certamente alcuni aspetti sono “davvero problematici”; ma resta fermo il fatto che “siamo sul punto di raggiungere qualcosa di molto, molto importante per il mondo intero“.



Lavrov frena sulla pace in Ucraina: “Positivo l’aiuto degli USA, ma la situazione resta ancora complicata”

Parole che qualche ora dopo – o forse prima, dato che non sappiamo effettivamente quanto è stata registrata l’intervista – sono state anche collateralmente commentate dal russo Lavrov che al quotidiano Kommersant si è soffermato a sua volta sul tema della pace in Ucraina: a fronte della domanda diretta se attualmente esista “un accordo tra Washington e Mosca”, il ministro degli Esteri ha risposto con un chiaro e secco “no”, poco dopo corredato con la precisazione che “è difficile concordare i punti chiavi dell’accordo”.

Dal conto suo – comunque – Lavrov sostiene che le discussioni sulla pace in Ucraina sono in corso, precisando che ad oggi la posizione del Cremlino non è cambiata rispetto a quella del “14 giugno dell’anno scorso” che verte attorno agli “interessi delle persone” per garantirne “pienamente [il rispetto] dei diritti umani” in quelle cinque regioni che “dopo una votazione popolare sotto la supervisione internazionale hanno deciso in modo trasparente di tornare alla loro grande Madrepatria”.

Resta fermo – al di là dell’effettivo accordo sulla pace in Ucraina – che per Lavrov il punto importante è che “dagli americani abbiamo notato che, a differenza degli europei (..), stanno cercando di approfondire il problema e comprendere le cause storiche del conflitto” che precisa essere legate alla scelta di “Washington e Bruxelles [di] portare al potere l’attuale regime in Ucraina” attraverso quello che definisce “un colpo di stato incostituzionale nel 2014” finanziato “e organizzato” dall’Unione Europea e dagli USA.